18 Figlio, sin dalla giovinezza ricerca l’istruzione e fino alla vecchiaia troverai la sapienza. 19 Accòstati ad essa come uno che ara e che semina, e resta in attesa dei suoi buoni frutti; faticherai un po’ per coltivarla, ma presto mangerai dei suoi prodotti. 20 Quanto è difficile per lo stolto la sapienza! L’insensato non vi si applica; 21 per lui peserà come una pietra di prova e non tarderà a gettarla via. 22 La sapienza infatti è come dice il suo nome e non si manifesta a molti. 23 Ascolta, figlio, e accetta il mio pensiero, e non rifiutare il mio consiglio. 24 Introduci i tuoi piedi nei suoi ceppi, il tuo collo nella sua catena. 25 Piega la tua spalla e portala, non infastidirti dei suoi legami. 26 Avvicìnati ad essa con tutta l’anima e con tutta la tua forza osserva le sue vie. 27 Segui le sue orme, ricercala e ti si manifesterà, e quando l’hai raggiunta, non lasciarla. 28 Alla fine in essa troverai riposo ed essa si cambierà per te in gioia. 29 I suoi ceppi saranno per te una protezione potente e le sue catene una veste di gloria. 30 Un ornamento d’oro ha su di sé e i suoi legami sono fili di porpora. 31 Te ne rivestirai come di una splendida veste, te ne cingerai come di una corona magnifica. 32 Figlio, se lo vuoi, diventerai saggio, se ci metti l’anima, sarai esperto in tutto. 33 Se ti è caro ascoltare, imparerai, se porgerai l’orecchio, sarai saggio. 34 Frequenta le riunioni degli anziani, e se qualcuno è saggio, unisciti a lui. 35 Ascolta volentieri ogni discorso su Dio e le massime sagge non ti sfuggano. 36 Se vedi una persona saggia, va’ di buon mattino da lei, il tuo piede logori i gradini della sua porta. 37 Rifletti sui precetti del Signore, medita sempre sui suoi comandamenti; egli renderà saldo il tuo cuore, e la sapienza che desideri ti sarà data.
Siracide 6,18-37

Commento di Francesco e Giuseppe (Giovanni è in viaggio per l’Africa)
Si tratta di un testo molto ricco, sul quale vi comunichiamo qualche osservazione sparsa.
1) Ancora una volta la Parola è rivolta da un padre ad un figlio: “Figlio” è la nota essenziale del destinatario della Parola.
2)”sin dalla giovinezza ricerca e fino alla vecchiaia troverai”(18): cercare e trovare sono l’opera che occupa tutto l’arco della nostra vita; con fiducia, però, perché “chi cerca trova e a chi bussa verrà aperto” (Mt 7,8).
3) come l’aratore e il seminatore (19): sono due professioni che richiedono la fiducia nel frutto e la pazienza dell’attesa.
4) accogliere i “ceppi” e le “catene” della Sapienza (24) alla fine porta al “riposo” e alla “gioia” (28), a una “protezione potente” e a una “veste di gloria” (29): sono parole che ricordano quelle di Gesù: “e troverete riposo per le vostre anime, perché il mio giogo è dolce e il mio peso leggero” (Mt 11,29-30).
5) frequentare le riunioni degli anziani, unirsi (“incollarsi”) al saggio (34), andarlo a trovare di buon mattino e logorare i gradini della sua porta (36): sono tutti consigli rivolti ai giovani! Gli anziani sembrano qui tutt’altro che da “rottamare”.
6) infine, “medita di continuo i comandamenti” (37), come dice il Salmo 1 “e la Sapienza che desideri ti sarà data”, o, meglio, ti sarà dato “il desiderio della Sapienza”, perché ciò che conta non è tanto possedere la Sapienza, ma desiderarla, avere l’animo del ricercatore.
Forse e’ temerario pensare che fino alla fine del Siracide saremo ogni giorno sorpresi e commossi per la sua crescente bellezza. Ma certo anche oggi avvertiamo la meraviglia di queste parole. Il versetto 18 ci regala un’immagine assolutamente nuova della nostra vita nel dono quotidiano della Parola di Dio.
Qui il dono in verita’ viene descritto come una grande opera per tutta la nostra vita, “sin dalla giovinezza…..e fino alla vecchiaia” (v.18). Siamo invitati ad accostarci alla sapienza “come uno che ara e che semina, e resta in attesa dei suoi buoni frutti” (v.19).
Dunque, un dono che costa fatica:”Faticherai un po’ per coltivarla, ma presto mangerai dei suoi prodotti”. Dedicarsi in questo modo alla sapienza e’ impresa difficile e addirittura impossibile per lo stolto e l’insensato (v.20 e 21). “Non tardera’ a gettarla via”.
Per questo motivo ecco allora una immagine del tutto inusitata del testo biblico. E cioe’ l’invito esplicito a che tu “introduca I tuoi piedi nei suoi ceppi, il tuo collo nella sua catena…e non infastidirti dei suoi legami” (v. 25). Dunque, una disciplina e una fatica non subite, ma desiderate: “Avvicinati ad essa con tutta l’anima….osserva le sue vie, segui le sue orme…..e quando l’hai raggiunta, non lasciarla….In essa troverai riposo ed essa si cambiera’ per te in gioia”. Allora “I ceppi” saranno protezione e “le catene” una veste di gloria (v. 29).
I versetti 30 e 31 la descrivono come un abito meraviglioso che suona come profezia dell’abito battesimale. Tutta la nostra vita e’ invitata dunque a diventare un grande “innamoramento” del Signore. Per questo l’ultima parte del nostro brano e’ un invito pressante a cogliere tutte le occasioni per stare con Lui in questa sapienza. Dio ti benedica. E tu benedicimi. Giovanni
PS: da oggi e fino al 22 gennaio il mio messaggino lo spedisco dall’Africa dove sono venuto in visita alle mie sorelle e ai miei fratelli nella missione custodita dalla nostra Chiesa di Bologna. E’ con noi anche Matteo, il nostro Arcivescovo. Puo’ darsi che la distanza provochi qualche sconnessione. Me ne scuso in anticipo.