5 Una bocca amabile moltiplica gli amici, una lingua affabile le buone relazioni. 6 Siano molti quelli che vivono in pace con te, ma tuo consigliere uno su mille. 7 Se vuoi farti un amico, mettilo alla prova e non fidarti subito di lui. 8 C’è infatti chi è amico quando gli fa comodo, ma non resiste nel giorno della tua sventura. 9 C’è anche l’amico che si cambia in nemico e scoprirà i vostri litigi a tuo disonore. 10 C’è l’amico compagno di tavola, ma non resiste nel giorno della tua sventura. 11 Nella tua fortuna sarà un altro te stesso e parlerà liberamente con i tuoi servi. 12 Ma se sarai umiliato, si ergerà contro di te e si nasconderà dalla tua presenza. 13 Tieniti lontano dai tuoi nemici e guàrdati anche dai tuoi amici. 14 Un amico fedele è rifugio sicuro: chi lo trova, trova un tesoro. 15 Per un amico fedele non c’è prezzo, non c’è misura per il suo valore. 16 Un amico fedele è medicina che dà vita: lo troveranno quelli che temono il Signore. 17 Chi teme il Signore sa scegliere gli amici: come è lui, tali saranno i suoi amici.
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Mi piace molto Qoelet 4,9-12 perché aiuta ad entrare nel significato profondo del termine “amico fedele”, che nel nostro brano è l’unica condizione e situazione veramente positiva, ai vers.14-16.
Ma il confronto più importante con questo testo del Siracide è stato per me Giovanni 15,12-17, che vi consiglio di considerare con attenzione.
Qui si vede come la fede cristiana consideri l’amicizia l’apice della comunione d’amore!
Questo ci consente oggi una riconsiderazione del nostro brano, che di per sé si presenta piuttosto negativo nei confronti dell’amicizia, eccetto i vers.14-17, dove si parla dell’ “amico fedele”.
Un’attenzione più attenta del nostro brano mi ha portato ad una considerazione imprevista, e cioè che tutti gli “amici” che tali non si rivelano, sembrano “saltare” quando sopraggiunge un evento e una prova che troviamo espressi nel nostro brano con termini che sembrano alludere alla Pasqua di Gesù! Quasi ne fossero profezia.
Se vale questa ipotesi, è possibile fare una lettura alternativa del nostro brano: la vera amicizia è quella che si manifesta come pienezza di comunione proprio quando l’esistenza entra nella celebrazione della “Pasqua dell’Agnello” e quindi di ogni discepolo di Gesù!
Ne viene allora la conseguenza che, come sembra voler dire Gesù nel brano di Giovanni citato prima, l’amicizia è la relazione più profonda della vicenda cristiana, perché è comunione con la passione e la gloria di Gesù quando viene celebrata nella vita cristiana! Solo “l’amico” è capace di stare un piena comunione con l’amico che in se stesso celebra la Pasqua del Signore!
Ma forse sono “fuori” da una corretta lettura del testo.
Dio ti benedica. E tu benedicimi. Tuo. Giovanni.