19 Ora, noi sappiamo che quanto la Legge dice, lo dice per quelli che sono sotto la Legge, di modo che ogni bocca sia chiusa e il mondo intero sia riconosciuto colpevole di fronte a Dio. 20 Infatti in base alle opere della Legge nessun vivente sarà giustificato davanti a Dio, perché per mezzo della Legge si ha conoscenza del peccato.

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La Legge è la Parola di Dio rivolta ad Israele. Così bisogna intendere qui il termine “legge”, come tutta la Parola donata da Dio al popolo della Prima Alleanza. E la si deve intendere anche come la grande profezia che orienta e porta Israele verso il Messia. Ma qui si precisa quello che in certo senso è il compito della Legge. Il compito, se si può dire così, “negativo”. Negativo ma provvidenziale. E cioè il limite stesso della Legge, che svela il peccato dell’uomo, ma non lo salva!
“..di modo che ogni bocca sia chiusa e il mondo intero sia riconosciuto colpevole di fronte a Dio”(ver.19). Alla lettera direbbe: “..e tutto il mondo diventi colpevole di fronte a Dio”. Quindi Israele deve riconoscere che, secondo il Salmo 142(143),2, “davanti a Te nessun vivente è giusto”, cioè, appunto, come ascoltiamo qui al ver.20, “nessun vivente sarà giustificato davanti a Dio”, ma in questo modo Israele afferma anche la condizione reale di tutta l’umanità, e le sue fragili costruzioni di “giustizia” e di distinzione tra i bene e il male. Qui viene coinvolto, secondo me, anche tutto il grande sistema etico razionale della tradizione occidentale: quello che la ragione “pretende” di discernere con chiarezza, anche questo la Legge, cioè la Parola di Dio, lo rivela nella sua appartenenza al mondo che è tutto “colpevole di fronte a Dio”.
Attraverso la legge abbiamo dunque la “conoscenza del peccato”, ma non la salvezza e la liberazione da esso. Oggi arriviamo al termine di questa lunghissima premessa che apre la porta all’annuncio del Signore Gesù. Anche se ci fosse parso pesante il cammino che Paolo ci ha fatto percorrere fin qui, siamo grati al Signore. Lui solo sa quanto è difficile far accettare al cuore umano la sua grande ferita. Noi stessi, ancor oggi, e forse oggi più che mai essendosi fatto debole anche l’apporto della tradizione filosofica, siamo istintivamente portati a considerarci capaci di distinguere il bene dal male, e di vincere il male. Così facendo, quasi sempre non facciamo altro che dilatare l’orizzonte della nostra prigionìa nel male e nella morte. Ora apriamo il nostro cuore all’annuncio di Gesù! Il suo steso nome è promessa e annuncio: Gesù è nome che significa “Dio salva”!
Dio ti benedica. E tu benedicimi. Tuo. Giovanni.
“ogni bocca sia chiusa e il mondo intero sia riconosciuto colpevole di fronte a Dio”
Ho riletto al fine del capitolo 16 di Ezechiele, racconto dell’alleanza d’amore tra Dio e il suo popolo, alleanza ferita dal peccato e ristabilita dal perdono.
“Io stabilirò la mia alleanza con te e tu saprai che io sono il Signore, perché te ne ricordi e ti vergogni e, nella tua confusione, tu non apra più bocca, quando ti avrò perdonato quello che hai fatto. Oracolo del Signore Dio.” (Ez 16,62-63)
Anche qui la conoscenza del peccato, il silenzio, l’attesa della salvezza.
Dunque, come ripete Giovanni in questi giorni, non hanno senso le distinzioni (che siamo abituati a fare) tra buoni e cattivi, vicini e lontani, credenti e atei…: siamo tutti “colpevoli dinanzi a Dio” e bisognosi di salvezza. Ma questo riconoscimento invece di deprimerci, ci rasserena e ci rallegra: non siamo costretti a inseguire “la perfezione spirituale”, “la santità”…, ma dobbiamo solo aprirci e accogliere il Signore che salva. La sua, infatti, come precisa la Bibbia di Ger., non è una giustizia distributiva (in base ai meriti delle persone), ma una giustizia salvifica, che è donata a tutti indipendentemente dai meriti. E Lui è fedele alla parola data.