9 Che dunque? Siamo forse noi superiori? No! Infatti abbiamo già formulato l’accusa che, Giudei e Greci, tutti sono sotto il dominio del peccato, 10 come sta scritto:
Non c’è nessun giusto, nemmeno uno,
11 non c’è chi comprenda,
non c’è nessuno che cerchi Dio!
12 Tutti hanno smarrito la via, insieme si sono corrotti;
non c’è chi compia il bene, non ce n’è neppure uno.
13 La loro gola è un sepolcro spalancato,
tramavano inganni con la loro lingua,
veleno di serpenti è sotto le loro labbra,
14 la loro bocca è piena di maledizione e di amarezza.
15 I loro piedi corrono a versare sangue;
16 rovina e sciagura è sul loro cammino
17 e la via della pace non l’hanno conosciuta.
18 Non c’è timore di Dio davanti ai loro occhi.

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Pur avendo, nei primi versetti del cap.3, sottolineato l’elezione e il compito di Israele, e avendo risposto alle obiezioni che la condizione negativa di tutta l’umanità può provocare, ora Paolo ribadisce tale condizione citando diversi passaggi delle Scritture tratti dai Salmi e da Isaia. Israele è nella stessa condizione di tutti gli altri popoli. Se mai, la sua vicenda illumina e svela la realtà di tutti gli altri! E cioè, la condizione particolare di Israele mette in evidenza come la severità e l’implacabile evidenza dell’infedeltà del Popolo di Dio tolga ogni devianza e ogni illusione a tutte le ipotesi di grandezza e di superiorità che fossero presenti nelle culture e nelle sapienze del mondo. Pur così particolarmente amato, anche Israele deve prendere atto del suo bisogno di essere salvato. E questa è la chiamata che anche tutte le genti ora possono udire.
Della Parola citata nei vers.10-18 possiamo sottolineare il carattere di universalità per la presenza dei termini “nessuno” e “tutti” (vers.10-12), per dire che “tutti” sono lontani dal bene e “nessuno” in relazione positiva con Dio. I vers.13-14 sottolineano tutto il male che esce dalla bocca dell’uomo, e cioè tutto quello che, parola umana, si oppone e nega la Parola di Dio. I vers.15-17 descrivono il cammino dell’umanità come segnato da sangue, rovina e sciagura: la via della pace non l’hanno conosciuta. Infine il ver.18 afferma che l’umanità è priva del “timore di Dio”, che non è paura, ma consapevolezza di come sia grande la vita quando è vissuta davanti a Dio.
Dio ti benedica. E tu benedicimi. Tuo. Giovanni.