1 Allora Gesù fu condotto dallo Spirito nel deserto, per essere tentato dal diavolo. 2 Dopo aver digiunato quaranta giorni e quaranta notti, alla fine ebbe fame. 3 Il tentatore gli si avvicinò e gli disse: «Se tu sei Figlio di Dio, di’ che queste pietre diventino pane». 4 Ma egli rispose: «Sta scritto: Non di solo pane vivrà l’uomo,
ma di ogni parola che esce dalla bocca di Dio».5 Allora il diavolo lo portò nella città santa, lo pose sul punto più alto del tempio 6 e gli disse: «Se tu sei Figlio di Dio, gèttati giù; sta scritto infatti: Ai suoi angeli darà ordini a tuo riguardo ed essi ti porteranno sulle loro mani perché il tuo piede non inciampi in una pietra». 7 Gesù gli rispose: «Sta scritto anche: Non metterai alla prova il Signore Dio tuo». 8 Di nuovo il diavolo lo portò sopra un monte altissimo e gli mostrò tutti i regni del mondo e la loro gloria 9 e gli disse: «Tutte queste cose io ti darò se, gettandoti ai miei piedi, mi adorerai». 10 Allora Gesù gli rispose: «Vattene, Satana! Sta scritto infatti: Il Signore, Dio tuo, adorerai: a lui solo renderai culto». 11 Allora il diavolo lo lasciò, ed ecco, degli angeli gli si avvicinarono e lo servivano.
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Il ver.1 chiarisce che l’episodio che oggi celebriamo nella Parola di Dio non è un “incidente di percorso”, qualcosa che si pone accidentalmente sul cammino, ma un evento “dovuto”, condizione necessariamente condivisa dal Figlio di Dio che si è fatto Figlio dell’uomo. La “tentazione” non è un peccato! E non è semplicemente una “debolezza” umana. La tentazione nasce dall’ “invidia del diavolo” nei confronti della creatura umana che Dio ha creato a sua immagine e somiglianza. Possiamo qui ascoltare in Sapienza 2,23-24. Per questo, dunque, “Gesù fu condotto dallo Spirito nel deserto, per essere tentato dal diavolo” (ver.1). Lo scopo della tentazione demoniaca è quello di strappare Gesù dalla sua comunione con il Padre. La resistenza di Gesù nei confronti del diavolo è per noi via maestra per respingere la tentazione demoniaca e custodire la nostra comunione figliale con il Padre.
Mi sembra rilevante il fatto che Gesù, “dopo aver digiunato per quaranta giorni e quaranta notti ebbe fame”. Si può forse considerare la “fame” come la condizione che accompagna tutte e tre le tentazioni. Nella sua manifestazione più immediata, la tentazione della fame suggerisce l’immagine dei pani: “Se tu sei Figlio di Dio, dì che queste pietre diventino pane”. Ma Gesù fa della sua fame l’occasione per celebrare la sua comunione con il Padre: “Sta scritto (Deuteronomio 8,3): non di solo pane vivrà l’uomo, ma di ogni parola che esce dalla bocca di Dio”. E’ il Padre che lo nutre, e la fame, come la fame patita dai padri nel deserto dell’Esodo, è prova e occasione della comunione con Dio!
La seconda tentazione, dopo quella del pane, possiamo considerarla la tentazione della potenza. Allora il “Se tu sei Figlio di Dio” viene esposto alla tentazione di un esercizio di potenza: “gettati giù”. E questo anche con l’appoggio e la garanzia della Scrittura che nel Salmo 90(91),11ss dice la protezione angelica garantita da Dio stesso. Ma Gesù risponde citando Deuteronomio 6,16: “Non metterai alla prova il Signore Dio tuo”. Dunque è ancora il primato assoluto della comunione con il Padre quello che Gesù vuole e afferma.
La terza tentazione è la tentazione del potere. Qui manca il “se tu sei Figlio di Dio”. E’ utile qui fare riferimento al testo parallelo di Luca 4,1-13 dove si dice che “tutto questo potere e la loro gloria (quella dei “regni della terra”) a me è stata data e io la do a chi voglio”. Ci si può forse domandare se questa non è la suprema tentazione. Resta in ogni modo impressionante questo potere così a disposizione del diavolo! Ed è quindi impressionante come il diavolo stesso venga allo scoperto e riveli il legame tra potere mondano e adorazione demoniaca: “Tutte queste cose io ti darò se, gettandoti ai miei piedi, mi adorerai”. Dunque la contrapposizione-opposizione qui è assoluta, e Gesù risponde: “Vattene, Satana!…” e cita Deuteronomio 6,13: “Il Signore, Dio tuo, adorerai: a Lui solo renderai culto”.
La vicenda delle tentazioni termina con una liturgia di Angeli che “gli si avvicinarono e lo servivano”!