Siamo a Roma. Temevo molto peggio la tappa che ci ha portati fino alla città. Invece, con qualche su e giù, al quale per altro ci siamo abituati, tutto è stato semplice e anche bello. Questa mattina, venerdì, finalmente in Piazza San Pietro. L’arco di strada è compiuto e si raccolgono insieme paesaggi, persone, pensieri, e anche preghiere, che per 500 chilometri ci hanno accompagnati. Quaranta persone, dai miei settantasei anni ai sei di Niccolò. E’ buono il ricordo dell’accoglienza ricevuta dappertutto, e anche nel piccolo incidente di carabinieri venuti a “sloggiarci”, perché sospettati di invasione, e subito dopo accolti da un parroco africano che da ventisei anni si spende per tante parrocchie disperse sui monti. Di tutte le accoglienze, di cui dobbiamo essere grati, l’ospitalità delle parrocchie per gente come noi è la più adatta. Magari non lussuosa e piuttosto essenziale e accompagnata da viva cordialità. Se negli altri luoghi, giustamente, paghi il servizio, qui devi pensare ad un regalo. E questo è di grande consolazione. Dopo un’ora dal nostro arrivo in Piazza San Pietro sono arrivati due pullman di fratelli delle parrocchie di Sammartini e della Dozza. E’ stato un saluto gioioso e commosso. Nel primo pomeriggio abbiamo celebrato l’ingresso nella Basilica attraverso il lungo percorso da Castel Sant’Angelo fino alla Porta della Misericordia, e quindi fino al Sepolcro dell’Apostolo Pietro. A quel punto eravamo un bel gruppo, di centoventi persone. Domani, festa della Trasfigurazione del Signore, faremo visita alle tre Basiliche di Santa Maria Maggiore, San Paolo fuori le Mura e San Giovanni in Laterano. Oggi il vangelo di Giovanni, mentre entravamo a Roma, ci portava a Gerusalemme, dove alcuni “Greci”, diventati credenti e praticanti la fede dei padri ebrei, chiedevano al discepolo Filippo di poter “vedere Gesù”. Questo mi ha portato a raccogliere insieme nella preghiera e nell’affetto del cuore tutte le persone incontrate per strada durante il nostro pellegrinaggio. Molte di loro, se non tutte, desiderano vedere il Signore. Vederlo, cioè, nella fisionomia più profonda della sua persona. Gesù risponde che allora è urgente il compiersi della sua Pasqua, quando la sua regalità dalla croce donerà a tutti gli uomini e a tutte le donne del mondo quella misura di misericordia capace di vincere ogni male e di raccogliere tutta la creazione e tutta la storia nell’amore di Dio. Buona domenica a tutti.
Giovanni della Dozza
Nota: Pubblicato su “Il resto del Carlino – Bologna” di domenica 7 Agosto 2016 nella rubrica “Cose di Questo mondo”.
Qualche foto della 4^ settimana di pellegrinaggio, da Terni Collescipoli a Roma, dai profili Facebook di Manuela Vanin e Orietta Orlandi.