7 Carissimi, amiamoci gli uni gli altri, perché l’amore è da Dio: chiunque ama è stato generato da Dio e conosce Dio. 8 Chi non ama non ha conosciuto Dio, perché Dio è amore. 9 In questo si è manifestato l’amore di Dio in noi: Dio ha mandato nel mondo il suo Figlio unigenito, perché noi avessimo la vita per mezzo di lui. 10 In questo sta l’amore: non siamo stati noi ad amare Dio, ma è lui che ha amato noi e ha mandato il suo Figlio come vittima di espiazione per i nostri peccati.
11 Carissimi, se Dio ci ha amati così, anche noi dobbiamo amarci gli uni gli altri. 12 Nessuno mai ha visto Dio; se ci amiamo gli uni gli altri, Dio rimane in noi e l’amore di lui è perfetto in noi. 13 In questo si conosce che noi rimaniamo in lui ed egli in noi: egli ci ha donato il suo Spirito. 14 E noi stessi abbiamo veduto e attestiamo che il Padre ha mandato il suo Figlio come salvatore del mondo.
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Al ver.8 del nostro brano incontriamo l’affermazione che è il cuore e il vertice di tutta la Lettera e che, credo, deve essere custodita come il dato supremo della fede cristiana: “Dio è amore”. Non si può andare “oltre” questa Parola! Non dice infatti che Dio è pieno di amore, o che Dio dona l’amore, o che con l’amore ha creato, custodisce e governa tutti e tutto. Ma, dicendo semplicemente che “Dio è amore” ne dà in certo senso la “definizione”. Perdonate il mio imbarazzo! Ma usare il termine “definizione” non lo si può fare che con estrema delicatezza e turbamento, perché una “definizione” pretende di definire e quindi in certo senso di limitare. Ma dire che “Dio è amore” implica accettare che non vi sia mai un limite a questo. Mi permetto di dire questo anche per il commento che il grande Agostino fa di questa Lettera: parlando di Giuda egli dice che Giuda non ha consegnato-tradito Gesù per amore, ma per avidità di guadagno. Ma, se questo è vero, questo non toglie che Gesù ami Giuda che lo ha tradito. Scusate le mie speculazioni!
E’ in ogni modo altamente significativo che l’affermazione “Dio è amore” la incontriamo in un orizzonte negativo! Dice infatti il ver.8: “chi non ama non ha conosciuto Dio, perchè Dio è amore”. Credo siamo tutti consapevoli della nostra poverissima “conoscenza”, e cioè comunione, esperienza, obbedienza, intimità con Lui! Siamo sempre all’inizio, siamo sempre principianti, sempre esposti a vedere come anche la ragione e l’evento più banale possa portarci lontano dall’amore di Dio e da Dio che è l’amore!
Tutto questo è ampiamente confermato ai vers.9-10 dove in sintesi suprema si ricorda l’evento cristiano, e cioè la venuta, la presenza e l’opera del Signore. Ed è per questo efficacissima e meravigliosamente potente la Parola che dice:”In questo sta l’amore: non siamo stati noi ad amare Dio, ma è Lui che ha amato noi e ha mandato il suo Figlio come vittima di espiazione per i nostri peccati”. Dunque, la semplice storia della nostra salvezza altro non è che la conferma che “Dio è amore”. E’ quello che ognuno di noi ha visto e conosciuto nei modesti meravigliosi eventi della storia della sua salvezza,e che ogni giorno vediamo con trepidante ammirazione in ogni storia vicina o lontana da noi, piccola o grande che sia.
I vers.11-12 pongono in questo il fondamento di tutta l’etica cristiana e li lascio alla riflessione che ognuno di noi può facilmente verificare.
Concludo il mio troppo lungo balbettare citando il ver.13: “Egli ci ha donato lo Spirito Santo”. E’ occasione meravigliosa per osare una piccolissima considerazione sul grande “Sconosciuto” nella nostra tradizione cristiana d’occidente. Lo Spirito Santo è Dio stesso come abitatore del nostro cuore, cioè del nostro intimo più intimo. E’ la gioia -continuate a perdonare la mia banalità – di “pensarla”come Lui, di vedere tutto e tutti come Lui. Di avere in noi il suo cuore. Di potergli chiedere in ogni momento, come interrogando anche noi stessi: “Come la vedi e come la pensi? Come è bene fare?…….”
Dio ti benedica. E tu benedicimi. Tuo. Giovanni.