9 Ho dunque deciso di dividere con lei la mia vita, certo che mi sarebbe stata consigliera di buone azioni e conforto nelle preoccupazioni e nel dolore. 10 Per lei avrò gloria tra le folle e, anche se giovane, onore presso gli anziani. 11 Sarò trovato perspicace nel giudicare, sarò ammirato di fronte ai potenti. 12 Se tacerò, resteranno in attesa, se parlerò, mi presteranno attenzione, e se mi dilungo nel parlare, si tapperanno la bocca. 13 Grazie a lei avrò l’immortalità e lascerò un ricordo eterno a quelli che verranno dopo di me. 14 Governerò popoli, e nazioni mi saranno soggette. 15 Sentendo parlare di me, crudeli tiranni si spaventeranno; mi mostrerò buono con il popolo e coraggioso in guerra. 16 Ritornato a casa, riposerò vicino a lei, perché la sua compagnia non dà amarezza, né dolore il vivere con lei, ma contentezza e gioia. 17 Riflettendo su queste cose dentro di me e pensando in cuor mio che nella parentela con la sapienza c’è l’immortalità 18 e grande godimento vi è nella sua amicizia e nel lavoro delle sue mani sta una ricchezza inesauribile e nell’assidua compagnia di lei c’è la prudenza e fama nel conversare con lei, andavo cercando il modo di prenderla con me. 19 Ero un ragazzo di nobile indole, ebbi in sorte un’anima buona 20 o piuttosto, essendo buono, ero entrato in un corpo senza macchia. 21 Sapendo che non avrei ottenuto la sapienza in altro modo, se Dio non me l’avesse concessa – ed è già segno di saggezza sapere da chi viene tale dono –, mi rivolsi al Signore e lo pregai, dicendo con tutto il mio cuore:
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Sempre più profondamente avanza l’immagine personale e sponsale della Sapienza e del nostro rapporto con Lei! Istintivamente penso che nella lingua ebraica lo “Spirito” è di genere femminile.
Capisco che il Signore mi deve far percorrere molta strada interiore per cogliere così profondamente il mio rapporto d’amore con il suo Spirito. Mi è più facile pensarlo come una facoltà divina da chiedere e da accogliere. La proposta e la sfida di questi giorni, e particolarmente di oggi, è quella di una comunione d’amore impressionante (perdonate sempre il mio linguaggio banale!).
Peraltro è meraviglioso che il mio rapporto con Lei (la Sapienza!) debba quindi anche essere voluto: “Ho dunque deciso di dividere con lei la mia vita…”! (ver.9). E pensare che se non sto molto attento mi capita qualche volta di avvertire il mio essere “scapolo”: vuol proprio dire non aver capito e vissuto niente! Peraltro, quando nel mio dialogo quotidiano con le persone vengo in contatto con difficoltà e conflitti nelle relazioni coniugali, fraterni, amicali… , avverto come solo lo Spirito Santo può ricucire e rinnovare la fragilità dei sentimenti e dei vincoli di comunione! Aiuto: sto facendovi una predica: scusate ancora!
Tutto nella nostra vita è dono della Sapienza: quel “per lei” del ver.10, che vuole dire “a causa di lei” o “per mezzo di lei, è la fonte di tutto quello che si dice ai vers.10-12. E il “per lei” viene ripreso con lo stesso termine al ver.13 che la versione italiana rende con “grazie a lei”, e gli riferisce i vers.13-15! Tutto quello che Sansone, e, nella pienezza dei tempi, Gesù (!!), e infine noi stessi (!!!) nella nostra modesta esistenza, tutto quello che viviamo e facciamo di bello e di buono, è reale e possibile perché c’è questa presenza e questa grazia!
L’immortalità e il ricordo eterno di noi (ver.13), l’esercizio della nostra “regalità-responsabilità” (ver.14), la messa in fuga del Nemico tiranno, il buon governo di coloro che ci sono affidati e il coraggio nei momenti di “guerra” (ver.15), tutto sarà possibile e buono per la presenza potente in noi della Sapienza del Signore! Il ver.16 dice l’apice di questa nostra comunione d’amore con la Sapienza di Dio, e quel “riposerò vicino a Lei” mi fa pensare alla dolcezza, alla contentezza e alla gioia della preghiera: che è il regalo più bello che il Signore ci può – e ci vuole! – fare!
Ed è proprio la preghiera quel “riflettere” e quel “pensare” del ver.17, ed è proprio il dono della Sapienza quello che ci dona il “godimento” della sua “amicizia” e della sua operosità meravigliosa, e di tutto quello che, espresso nella versione italiana con una certa libera disinvoltura, ci porta a quello straordinario “andavo cercando il modo di prenderla con me” (ver.18).
Parlano certamente di voi – ma non di me! – e più direttamente parlano di Salomone e soprattutto di Gesù, l’ “indole nobile del ragazzo, la sua anima buona e il suo essere buono e il suo corpo senza macchia” dei vers.19-20. E il nostro brano conclude – questa volta includendo anche me! – invitandoci alla preghiera meravigliosa, il cui contenuto, se Dio vorrà, dovremmo ascoltare domani!
Approfitto per dire che fin da ieri, trovandomi nel “borgo selvaggio” che amo nella bergamasca, il collegamento con l’infernale computer non riesce a partire! Spero che i grandi “tecnici” che mi sopportano e mi sostengono oggi riescano a riavviare i motori.
Dio ti benedica. E tu benedicimi. Tuo. Giovanni.