1 In quei giorni venne Giovanni il Battista e predicava nel deserto della Giudea 2 dicendo: «Convertitevi, perché il regno dei cieli è vicino!».
3 Egli infatti è colui del quale aveva parlato il profeta Isaia quando disse:
Voce di uno che grida nel deserto:
Preparate la via del Signore,
raddrizzate i suoi sentieri!
4 E lui, Giovanni, portava un vestito di peli di cammello e una cintura di pelle attorno ai fianchi; il suo cibo erano cavallette e miele selvatico.
5 Allora Gerusalemme, tutta la Giudea e tutta la zona lungo il Giordano accorrevano a lui 6 e si facevano battezzare da lui nel fiume Giordano, confessando i loro peccati.
Matteo 3,1-6

Il verbo espresso con il termine “predicava” è quello che vuole esprimere l’avvenimento dell’annuncio della Parola del Signore. E’ l’ “avvenimento” della Parola che diventa “la Parola oggi a te e per te, a noi e per noi”. E’ dunque qualcosa “che succede”, “che accade”! E’ quello che accade a ciascuno di noi: la Parola del Signore ci viene rivolta!
Ed è questo “avvenimento” della Parola che chiede la nostra “conversione”, il volgersi della nostra persona. Per questo è fondamentale la ragione e la causa di tale conversione: “perché il regno dei cieli è vicino”, o meglio, alla lettera “si è avvicinato”! Allora, convertirsi è lasciare tutto quello che negherebbe tale vicinanza e addirittura ci portasse in direzione opposta. E qui viene annunciato quello che è assolutamente nuovo. Prima di Gesù, convertirsi voleva dire semplicemente “tornare” o “ritornare”. Adesso, con Gesù, la conversione non è un “tornare indietro”, ma è il volgersi in avanti, è disporsi alla novità di un evento. Convertirsi è allora volgersi verso la perenne novità di Gesù! Notiamo infatti come la profezia di Isaia interpreta e descrive l’avvenimento e le sue esigenze: “Preparate la via del Signore, raddrizzate i suoi sentieri!” . Dobbiamo prepararci a questa venuta. Dobbiamo facilitare e accogliere questo evento! “Convertirsi” non vuole dunque dire “mettersi a posto”, ma volgersi verso Colui che ci può e ci vuole salvare. Non siamo noi che “ci salviamo”, ma è Lui che ci salva. Noi possiamo “volgerci” verso di Lui!
Tutto questo ha un protagonista: Giovanni Battista (ver.1), che è, per la nostra fede, l’ultimo profeta! Quello che più da vicino annuncia e prepara l’avvento del Signore. La storia e la fede dei nostri Padri Ebrei è tutta preparazione e profezia di questo avvenimento. Di questa Persona: Gesù! In Giovanni Battista, il suo abito e il severo rigore della sua vita ne sono conferma (ver.4).
Il ver.5 ci parla di un grande affollarsi intorno a Giovanni e alla sua predicazione profetica. Il “battesimo” è segno esterno della conversione interiore: confessione dei peccati e apertura della persona al dono di Dio
Dio ti benedica. E tu benedicimi. Tuo. Giovanni.
Mi colpisce che Giovanni predichi nel deserto.
Perché non mi sembra un classico luogo da predicazione!
I “predicatori” dei nostri giorni prediligono le piazze, le televisioni, i convegni…
Nel deserto non c’è nessuno.
Eppure quella predicazione è ascoltata. E a lui accorrevano per farsi battezzare.
Certo quel deserto ci parla di altri deserti, come quelli dell’anima.
Ma mi piace più pensare che quando la Parola è annunciata con verità e franchezza non conosce limiti e barriere, giunge a chiunque abbia un cuore ben disposto.