4 Pilato uscì fuori di nuovo e disse loro: «Ecco, io ve lo conduco fuori, perché sappiate che non trovo in lui colpa alcuna». 5 Allora Gesù uscì, portando la corona di spine e il mantello di porpora. E Pilato disse loro: «Ecco l’uomo!».
6 Come lo videro, i capi dei sacerdoti e le guardie gridarono: «Crocifiggilo! Crocifiggilo!». Disse loro Pilato: «Prendetelo voi e crocifiggetelo; io in lui non trovo colpa». 7 Gli risposero i Giudei: «Noi abbiamo una Legge e secondo la Legge deve morire, perché si è fatto Figlio di Dio».
Giovanni 19,4-7

Continuiamo a seguire la memoria della Pasqua di Gesù sottolineando il doppio livello di interpretazione del testo che mostra come, dentro, e malgrado, e al di là delle intenzioni e dei sentimenti, tutto quello che avviene “glorifica”, cioè rivela e illumina, il mistero di Gesù, il Figlio di Dio e Figlio dell’uomo.
Il ver.4 vuole sottolineare l’assoluta innocenza, la santità di Gesù. Pilato rappresenta il sistema giuridico più perfetto del mondo, che non può trovare nella persona di Gesù nessuna traccia di colpevolezza e di trasgressione. Non è possibile trovare “in Lui colpa alcuna”. E come tale Pilato vuole mostrarlo a chi lo vuole uccidere.
Gesù “esce” portando il segno della sua regalità sofferente e la porpora dell’irrisione. Ma questi “segni” di fatto lo rivelano e lo consegnano nella nuova “umanità” che viene inaugurata e donata nella sua persona e nella sua opera: “Ecco l’uomo!”. Radicalmente opposta e alternativa all’umanità di Adamo e di Caino prigioniera del male e della morte, si fa presente nella creazione e nella storia la nuova umanità, quella di Gesù, umanità in piena comunione con Dio, potente nel donare la vita, l’umanità libera dalla morte e potente nel dare la vita. Così al ver.5.
I capi e le guardie chiedono per Gesù la Croce. Ma in Lui la Croce sarà non strumento di condanna che dà la morte, ma segno dell’Amore di Dio che dà la vita. E tutto questo deve compiersi “secondo la Legge” (ver.7), perché la via divina consegnata al Popolo della Prima Alleanza è profezia e deve fluire nel mistero del Figlio di Dio. Gesù deve morire perché “è” il Figlio di Dio, perfetta rivelazione di Dio Amore, che non infligge la morte ma che strappa l’umanità dal suo destino di male e di morte.
Dio ti benedica. E tu benedicimi. Tuo. Giovanni.
Per tre volte Pilato dice che non vede alcuna colpa in Gesù: è l’affermazione definitiva della sua innocenza; ma l’innocente viene prima “punito”, poi sarà messo a morte. – Come è noto, il fatto che l’autore non espliciti il soggetto della frase, permette di attribuire a Gesù le varie azioni descritte. Così si può dire che Gesù stesso si presenti ai Giudei e dica loro: “Ecco l’uomo!” Un’affermazione strana per noi, ma quanto ricca di significato: Egli è l’uomo vero, secondo il “modello” pensato e voluto da Dio, l’uomo capace di dare tutto, anche la sua vita, per amore. Nelle parole finali dei capi, i Giudei, vediamo affermato l’altro aspetto dell’opera divina: quest’uomo “si è fatto Figlio di Dio”. E questo vale anche per noi, piccoli uomini ma che condividono la condizione divina perché figli. I maestri della Legge, gli esperti delle Scritture non possono ammettere una realtà così grande, che non corrispone ai loro criteri e alle loro conoscenze.