1 All’angelo della Chiesa che è a Sardi scrivi:
“Così parla Colui che possiede i sette spiriti di Dio e le sette stelle. Conosco le tue opere; ti si crede vivo, e sei morto. 2 Sii vigilante, rinvigorisci ciò che rimane e sta per morire, perché non ho trovato perfette le tue opere davanti al mio Dio. 3 Ricorda dunque come hai ricevuto e ascoltato la Parola, custodiscila e convèrtiti perché, se non sarai vigilante, verrò come un ladro, senza che tu sappia a che ora io verrò da te. 4 Tuttavia a Sardi vi sono alcuni che non hanno macchiato le loro vesti; essi cammineranno con me in vesti bianche, perché ne sono degni. 5 Il vincitore sarà vestito di bianche vesti; non cancellerò il suo nome dal libro della vita, ma lo riconoscerò davanti al Padre mio e davanti ai suoi angeli. 6 Chi ha orecchi, ascolti ciò che lo Spirito dice alle Chiese”.
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La Parola del ver.1 – “Colui che possiede i sette spiriti di Dio e le sette stelle” – è importante per quello che oggi ascoltiamo e celebriamo, perché evidenzia la signoria di Gesù su tutte le chiese, e ci prepara a cogliere come anche in una sola chiesa, come questa di Sardi, ci possano essere ambiti ed eventi negativi, ma anche, ugualmente, persone “che non hanno macchiato le loro vesti”. C’è dunque una considerazione d’insieme, su tutta una chiesa, ma anche la considerazione divina sulle singole persone e la loro vita.
L’ “angelo della Chiesa che è a Sardi”, è colui che la rappresenta, o che ne è il simbolo. Severamente si dice: “Ti si crede vivo, e sei morto”. Tale condizione negativa è legata alle “opere” di questa chiesa, che il Signore conosce, e che non ha trovato “perfette” davanti al mio Dio. Vi passo una spiegazione sul significato di questo non essere “perfette”, confidando che voi troverete dal Signore un’ipotesi più luminosa. Ho pensato che queste opere “non perfette” siano così perché non sono le opere del Signore Gesù. Le sue opere sono “perfette”, perché compiono tutto quello che è stato preparato e profetizzato. L’opera “perfetta” è la sua Pasqua. Le opere sono “perfette” se e perché rendono presente, rivelano e realizzano quello che la sua Pasqua ha compiuto, e cioè la pienezza dell’amore di Dio e quindi la salvezza di tutti e di tutto. L’offerta della sua vita perché tutti abbiamo la sua vita. Il suo essere innalzato sulla Croce per attirare tutti a Sé. Tale deve essere l’opera della Chiesa e l’opera di ogni discepolo di Gesù. Ognuno di noi è chiamato a celebrare in sé il mistero, la persona e l’opera di Gesù.
Il ver.3 invita ciascuno e tutti a ricordare “come hai ricevuto e ascoltato la Parola”. Dunque a ricordare il dono di Dio nel suo compiersi nella storia di ciascuno. Si tratta allora di custodire tale Parola e di convertirsi a quello che la Parola dice. Il ladro che viene è il giudizio che il dono di Dio esprime, perché siamo chiamati a vivere secondi il dono che abbiamo ricevuto!
A Sardi ci sono persone “che non hanno macchiato le loro vesti”. Mi sembra la bella immagine del dono battesimale. Rivestiti di Cristo, questi suoi discepoli, dice lo stesso Gesù, “cammineranno con me in vesti bianche, perché ne sono degni”. Questa immagine meravigliosa afferma con forza come siamo chiamati a vivere secondo il dono che abbiamo ricevuto dal nostro battesimo. L’abito battesimale diventa alla fine l’abito del vincitore, cioè di colui che incessantemente “si converte” al dono di Dio.
I nostri nomi sono scritti nel “libro della vita”: Egli ci ha già eletti alla salvezza e alla piena comunione con Lui. Chi cammina in queste bianche vesti rimarrà scritto in quel libro e sarà riconosciuto da Gesù davanti al Padre e davanti ai suoi angeli.
Dio ti benedica. E tu benedicimi. Tuo. Giovanni.
Quanta ricchezza anche in questa lettera! Per esempio, “Colui che possiede i sette spiriti di Dio”: è la pienezza dello Spirito che risiede in Gesù. O la denuncia dell'”apparire”: vuoi mostrarti vivo, e invece sei morto… E i tre verbi del v.3, che sono tutto un programma: Ricorda… la Parola, custodiscila, convertiti! La parola che più mi colpisce è al v.4: il Signore dice che, se gli siamo fedeli, cammineremo con lui in vesti bianche. Camminare con lui vuol dire che si è suoi discepoli: così, oggi e in futuro, prosegue il nostro cammino dietro di lui, il Signore risorto, unico maestro e pastore. Dove ci porterà questa strada?