12 All’angelo della Chiesa che è a Pèrgamo scrivi:
“Così parla Colui che ha la spada affilata a due tagli. 13 So che abiti dove Satana ha il suo trono; tuttavia tu tieni saldo il mio nome e non hai rinnegato la mia fede neppure al tempo in cui Antìpa, il mio fedele testimone, fu messo a morte nella vostra città, dimora di Satana. 14 Ma ho da rimproverarti alcune cose: presso di te hai seguaci della dottrina di Balaam, il quale insegnava a Balak a provocare la caduta dei figli d’Israele, spingendoli a mangiare carni immolate agli idoli e ad abbandonarsi alla prostituzione. 15 Così pure, tu hai di quelli che seguono la dottrina dei nicolaìti. 16 Convèrtiti dunque; altrimenti verrò presto da te e combatterò contro di loro con la spada della mia bocca. 17 Chi ha orecchi, ascolti ciò che lo Spirito dice alle Chiese. Al vincitore darò la manna nascosta e una pietruzza bianca, sulla quale sta scritto un nome nuovo, che nessuno conosce all’infuori di chi lo riceve”.
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Pergamo è città importante, sede del potere imperiale di Roma. La piccola comunità cristiana vive dunque in questo mondo pagano “dove Satana ha il suo trono” (ver.13). Questa annotazione sottolinea che il potere mondano non è semplicemente “laico”, come diremmo in linguaggio nostro, ma è “idolatra”, cioè indotto a creare e a proporre forme “religiose” di ammirazione, dedizione, adorazione. Questo è molto importante anche per noi che non viviamo semplicemente in un mondo “non religioso”, ma in una realtà che tende a proporre incessantemente degli “assoluti”, riferimenti e presunti “valori” che tendono a convocare le vite delle persone. La Chiesa ha dovuto quindi affrontare prove severe che hanno nel martirio di “Antipa, il mio fedele testimone” un apice di violenza. Alla comunità credente il Signore dice: “tuttavia tu tieni saldo il mio nome e non hai rinnegato la mia fede”.
Le “alcune cose” che devono essere rimproverate a questa chiesa, sono, alla lettera, “poche cose”. Il rimprovero che viene collegato con l’immagine di Balaam che secondo la tradizione ebraica ha spinto il popolo all’idolatria, è forse da individuare come un tentativo di accordare la fede cristiana alle sapienze mondane. E lo stesso si può pensare per “la dottrina dei nicolaiti”, di cui abbiamo già visto. Possiamo dunque intendere questi rimproveri in riferimento a cedimenti alla dominante idolatria. Il Signore, che al ver.12 è chiamato “Colui che ha la spada a due tagli”, dice che, se questi peccatori non si convertiranno, “verrò presto da te e combatterò contro di loro con la spada della mia bocca”: è l’arma grande e potente della Parola.
Tutta l’esistenza cristiana viene intesa come la grande battaglia della fede: “Al vincitore darò la manna nascosta e una pietruzza bianca, sulla quale sta scritto un nome nuovo” (ver.17). Sono due bellissime immagini che simboleggiano, la manna il cibo celeste del grande banchetto del cielo, e il “nome nuovo”, è quello che misteriosamente e pienamente esprime la persona e la vita di ogni cristiano. Il nome è importante, e anche il nome dato nel battesimo, e anche il “nome nuovo” che talvolta assume il monaco nella sua professione religiosa, vogliono esprimere la meravigliosa “novità” della vita dei figli di Dio.
Dio ti benedica. E tu benedicimi. Tuo. Giovanni.
Secondo Ricardo Perez, studioso dell’Apocalisse, quella di Pergamo è “la Chiesa del compromesso”: compromesso tra i valori del Vangelo e quelli della ricca e potente capitale di questa provincia romana. Il messaggio della lettera è quindi importante per noi, che ai “buoni compromessi” siamo facili. L’essenziale è ciò che il Signore riconosce ai suoi di quella città: tenere saldo il suo nome, cioè essere fedeli alla sua persona e conservare la comunione con lui. – I doni che vengono promessi a chi “ascolta lo Spirito”, sono del tutto originali: la manna nascosta, cioè inaccessibile se non per dono; è un cibo nuovo rispetto alla antica manna, poiché è Gesù che dona se stesso come alimento per una vita eterna… L’altro dono è la piccola pietra bianca: il colore dice risurrezione, vita nuova; e difatti su di essa viene scritto un nome nuovo, quello che tutti noi abbiamo acquisito nel Signore risorto.