18 All’angelo della Chiesa che è a Tiàtira scrivi:
“Così parla il Figlio di Dio, Colui che ha gli occhi fiammeggianti come fuoco e i piedi simili a bronzo splendente. 19 Conosco le tue opere, la carità, la fede, il servizio e la costanza e so che le tue ultime opere sono migliori delle prime. 20 Ma ho da rimproverarti che lasci fare a Gezabele, la donna che si dichiara profetessa e seduce i miei servi, insegnando a darsi alla prostituzione e a mangiare carni immolate agli idoli. 21 Io le ho dato tempo per convertirsi, ma lei non vuole convertirsi dalla sua prostituzione. 22 Ebbene, io getterò lei in un letto di dolore e coloro che commettono adulterio con lei in una grande tribolazione, se non si convertiranno dalle opere che ha loro insegnato. 23 Colpirò a morte i suoi figli e tutte le Chiese sapranno che io sono Colui che scruta gli affetti e i pensieri degli uomini, e darò a ciascuno di voi secondo le sue opere.
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Possiamo cogliere nella Parola che oggi riceviamo dalla bontà del Signore una sottolineatura del tema della nuzialità. Sembra cioè trasparire un accenno di “gelosia divina” per il turbamento che la falsa profetessa introduce nel rapporto d’amore tra il Signore e questa sua Chiesa, che è appunto amore nuziale. Amore luminoso, come proclama con forza il ver.19 con quel verbo “conosco” che esprime non solo e non tanto una conoscenza intellettuale, ma un’esperienza di comunione. Ed Egli conosce le opere di questa Chiesa, “la carità, la fede, il servizio e la costanza”, e “ le tue opere ultime più numerose delle prime” (così, alla lettera). Dunque una vita di fede ricca e crescente!
“Ma” (!) c’è un turbamento arrecato a questa comunione tra il Signore e la sua Sposa, ed è la presenza e l’opera di “Gezabele” (è il nome della regina straniera che introduce i culti pagani in Israele secondo 1Re,16), la falsa profetessa che turba e inganna la vita della comunità cristiana (ver.20), e che “non vuole convertirsi dalla sua prostituzione”. Per questo Egli interverrà severamente su di lei e su coloro che praticano le opere insegnate da lei.
Egli è infatti “Colui che scruta gli affetti e i pensieri degli uomini” (ver.23), e in tal senso deve essere interpretato il suo giudizio, come quello di chi difende e salva il rapporto nuziale con la sua amata.
Dio ti benedica. E tu benedicimi. Tuo. Giovanni.
Gesù si autodefinisce “il Figlio di Dio”: unica volta nel NT in cui egli applichi a se stesso questo titolo. Si ripete qui che egli sa bene, conosce bene ciò che c’è dentro le persone (“scruta i pensieri e gli affetti degli uomini”) e quello che operano (“Conosco le tue opere…”). Cosa vede il Signore nei credenti di Tiàtira? Vede la bella carità che si fa servizio e la fede in lui: e qui c’è tutta la realtà cristiana. – Tra le donne credenti delle prime comunità ci sono delle profetesse, e certamente ce ne sono anche oggi. Quella di Tiàtira però ha deviato e porta anche altri a deviare. Tuttavia, anche in questo caso il Signore è pazienza e bontà: “Io le ho dato tempo per convertirsi…”
Ho colto forte l’invito del Signore alla sua Chiesa, a noi, a vigilare e a sostenerci Ho colto forte l’invito del Signore alla sua Chiesa, a noi, a vigilare e a sostenerci reciprocamente nella fedeltà al suo amore; a restare sotto il suo sguardo che ci illumina, riscalda il nostro cuore e anche ci prova col fuoco perché rimaniamo fermi e integri nel suo amore sponsale, separati dagli idoli. In tutto questo Gesù ci chiede di custodirci l’un l’altro. nella fedeltà al suo amore; a restare sotto il suo sguardo che ci illumina, riscalda il nostro cuore e anche ci prova col fuoco perché rimaniamo fermi e integri nel suo amore sponsale, separati dagli idoli. In tutto questo Gesù ci chiede di custodirci l’un l’altro.