Club Dossetti – Parrocchia di Sammartini.

Proseguono gli incontri della nostra Scuola Rurale e diamo un sintetico resoconto e la registrazione audio del secondo incontro della sessione crevalcorese che si è tenuto domenica 26 gennaio 2014 c/o la sala Ilaria Alpi – Via Persicetana, 226 – Crevalcore.
(V. anche il volantino (file PDF) con il programma 2014 completo ed il link al post con del resoconto del primo incontro di domenica 12 gennaio).

DOMENICA 26 - SCUOLA RURALE

Tema generale del ciclo di incontri della sessione di Crevalcore di quest’anno: “Il nuovo Papa e il mondo d’oggi”
Tema dell’incontro: “Il papa e i suoi figli”.

Giovanni Nicolini
Presentazione degli ospiti:
Mohammed Rafhia, dal Marocco, sposato con una signora italiana, rappresenta la presenza marocchina nel territorio.
Claudio Broglia, senatore, già sindaco qui a Crevalcore.
Amelia Frascaroli, assessore alle politiche sociali del Comune di Bologna.

Registrazioni audio:
-Introduzione e presentazione degli ospiti  (file mp3, 11 MB).
-Intervento di Amelia Frascaroli  (file mp3, 10 MB).
-Intervento di Mohammed Rafhia  (file mp3, 11 MB).
-Intervento di Claudio Broglia  (file mp3, 8,5 MB).
-Intervento di Giovanni Nicolini  (file mp3, 21 MB).
-Domande e conclusioni  (file mp3, 10,5 MB).

Domanda di don Francesco Scimè agli ospiti: come avvertite la persona del nuovo vescovo di Roma?

Amelia.
Sto continuando, come assessore, a tenere rapporti con gruppi attivi nel mondo sociale della città: Centri Sociali e altri. Sono realtà che, al di là di un frequente rapporto conflittuale con le istituzioni, cercano di rappresentare bisogni reali di stranieri, disoccupati, emarginati, nuovi poveri. Noi delle istituzioni facciamo più fatica di loro a interpretare le aspirazioni della gente.
Quando poi entriamo in dialogo con queste persone, sono loro stesse a dirci che sono interessate dal nuovo papa, dal vangelo che egli testimonia.

Mohammed.
Il nuovo papa è dalla parte degli oppressi, dei poveri, contro le ingiustizie e la guerra. Anche la sua posizione ambientalista ci colpisce.
Sentiamo che crediamo in un unico Dio. Il consumismo, il dominio dell’economia sono ingredienti di un mondo che i nostri libri sacri criticano. Anche in materia di immigrazione abbiamo assistito a fenomeni negativi, come la legge Bossi-Fini, xenofoba, che sindacati e partiti non hanno il coraggio di abolire. Noi pensiamo che siamo di passaggio sulla terra, con il diritto alla libera circolazione. Tutti abbiamo gli stessi problemi: i nostri figli che vogliono il cellulare e altri prodotti del consumismo. Credo che un papa così serva ad una missione importante: siamo umani, siamo fratelli, abbiamo gli stessi diritti.

Claudio.
Da persona laica cerco di sintetizzare la figura di papa Francesco. Già Giovanni Paolo II aveva sostenuto la parte dei poveri e oppressi. Benedetto XVI è stato più teologo, strutturato. Papa Francesco è apparso come un uomo tra gli uomini. Le sue parole sugli omosessuali: “Se uno cerca il Signore (o semplicemente il bene), chi sono io per giudicare?” sono il segno decisivo su tanti argomenti, per esempio gli immigrati, i diversi a tanti titoli. La settimana scorsa il senato ha abolito il reato di clandestinità, un grosso passo avanti.

Giovanni.
Questo papa agisce sempre in prima persona, ma tutto quello che fa è di grande coinvolgimento. Prima di lui c’era per la comunità ecclesiale la distinzione tra chi era dentro e chi era fuori. Siamo sempre più in difficoltà a trovare padrini e madrine per i battesimi, perché non corrispondono quasi mai alle regole per essere considerati ” dentro”. Oggi con il nuovo vescovo di Roma molti si sentono dentro, molti si sentono suoi figli. Qualcosa di simile avvenne ai tempi del primo concilio, di Gerusalemme, che sancì che tutti erano figli del Dio di Israele. Il figliol prodigo della parabola andò via da casa perché non si sentiva figlio, ma suo padre non cessò mai di considerarlo tale e in questo modo lo riattiro’ a se’. Da una parte ci sentiamo fuori, ma dall’altra sappiamo che tutti ci vogliono bene. La lavanda dei piedi ad una ragazza musulmana (papa Francesco il Giovedì Santo al carcere minorile) ha sciolto molte difficoltà anche nel nostro modo di fare la liturgia. Lasciare da parte il pensiero che se ti comporti bene c’è il premio e se ti comporti male c’è il castigo. La salvezza è gratuita. Dio ci ama fino a morire per noi. Il maestro di musica che è morto in questi giorni aveva la fede? Anni fa mi cercò per dirmi che voleva bene ai poveri. Viveva per la musica e i poveri erano importanti per lui. La fede non è un fatto di dottrina, ma un’esperienza di vita, di vita data, per qualcosa, per qualcuno. Sono d’accordo con il senatore: “un Papa che si fa uomo”. Noi crediamo in un Dio che non ce l’ha fatta a restare da solo.

Piera Ermini.
Mi ha colpito che a un certo punto Mohammed ha detto “il nostro papa”.

Mohammed.
Uomini nella storia che hanno operato per il bene li consideriamo nostri, della nostra famiglia.

Giovanni.
La differenza di questo personaggio è che nella sua parola e gesto c’è la profezia. È diversa dalla dottrina. Crea un avvenimento, parla al cuore.