13Allora gli furono portati dei bambini perché imponesse loro le mani e pregasse; ma i discepoli li rimproverarono. 14Gesù però disse: «Lasciateli, non impedite che i bambini vengano a me; a chi è come loro, infatti, appartiene il regno dei cieli». 15E, dopo avere imposto loro le mani, andò via di là.
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Nei primi versetti del cap.18 abbiamo incontrato l’insegnamento di Gesù che ci invitava a diventare “come bambini”, e ad accogliere anche un solo bambino per accogliere Lui. Ora il discorso dei bambini viene ripreso nell’orizzonte “nuziale” lungo il quale Gesù ci sta portando.
E’ molto importante il “contrasto” che il nostro brano ci offre tra chi porta i bambini da Gesù, Gesù stesso, e quindi i bambini, e dall’altra parte i discepoli (!!) che rimproverano. Il testo non ci dice chi siano i “rimproverati”, e possiamo pensare che tutti, forse compreso Gesù (!), vengano rimproverati! Il motivo del rimprovero non è espresso, ma possiamo ritenere che i discepoli non colgano e non accolgano questa presenza “piccola” e di “piccoli”, nella vicenda “grande” di Gesù, della sua Persona, della sua opera e del suo insegnamento.
Ma Gesù torna ad affermare il rapporto privilegiato tra piccolezza e regno dei cieli! La vita cristiana non è un’impresa per grandi, ma per piccoli, cioè per persone che imparino a sapere quanto sono piccole! La chiamata al regno, le grandi nozze tra il Figlio di Dio e l’umanità, riguardano e esigono l’orizzonte della piccolezza: piccoli, poveri, esclusi, perseguitati, peccatori(!)…, che proprio perchè tali, proprio perchè da soli sanno di non poter compiere il senso e la pienezza della loro vita, proprio perchè non possono e non vogliono confidare in se stessi, attendono e sperano da Lui la salvezza! Sono dunque pronti ad accogliere Gesù come Salvatore e Sposo della loro vita.
Chi ha portato questi bambini, dice alla lettera il testo, glieli ha “offerti”, quindi li ha consegnati, dedicati, donati a Lui! E così ha fatto perchè Egli imponga loro le mani e li benedica. Notiamo quindi che persino il loro andare a Gesù può non essere del tutto consapevole, e in ogni modo non ci vanno per le loro forze o le loro consapevolezze, ma perchè appunto altri li portano. Sono proprio piccoli! Tale è la vicenda e l’esperienza del discepolo. I “discepoli ufficiali” in questo momento dimenticano chi loro stessi sono e come si sono uniti al loro Signore e Maestro.
C’è dunque una stretta connessione tra povertà e fede. Tra povertà e salvezza.
Dio ti benedica. E tu benedicimi. Tuo. Giovanni.