1 Terminati questi discorsi, Gesù lasciò la Galilea e andò nella regione della Giudea, al di là del Giordano. 2 Molta gente lo seguì e là egli li guarì. 3 Allora gli si avvicinarono alcuni farisei per metterlo alla prova e gli chiesero: «È lecito a un uomo ripudiare la propria moglie per qualsiasi motivo?». 4 Egli rispose: «Non avete letto che il Creatore da principio li fece maschio e femmina 5 e disse: Per questo l’uomo lascerà il padre e la madre e si unirà a sua moglie e i due diventeranno una sola carne? 6 Così non sono più due, ma una sola carne. Dunque l’uomo non divida quello che Dio ha congiunto». 7 Gli domandarono: «Perché allora Mosè ha ordinato di darle l’atto di ripudio e di ripudiarla?». 8 Rispose loro: «Per la durezza del vostro cuore Mosè vi ha permesso di ripudiare le vostre mogli; all’inizio però non fu così. 9 Ma io vi dico: chiunque ripudia la propria moglie, se non in caso di unione illegittima, e ne sposa un’altra, commette adulterio».
L’intero cap.19 ha in queste Parole che oggi il Signore ci regala la sua fonte e la sua illuminazione. Dico questo perchè sarebbe fortemente riduttivo ascoltare questa Parola solo come la disciplina matrimoniale della vita cristiana. La figura delle nozze è essenziale per entrare nel mistero stesso di Dio e della sua comunione con noi. Anche i primi due versetti vannno quindi colti in questa direzione: è ancora una volta l’incontro del Figlio di Dio con l’umanità povera e malata. E’ efficace la tradizione letterale proposta per il ver.2 dalla nuova versione italiana: “Molta gente lo seguì ed Egli li guarì”: tutti hanno bisogno di essere sanati, e questo incontro con Lui è per loro la salvezza. Per questo Egli è venuto tra noi e a noi si unisce in un vincolo indissolubile.
L’insidiosa domanda del ver.3 da parte dei farisei riflette il travaglio della fede e della prassi del popolo di Dipo intorno al vincolo nuziale. Rispetto alle altre culture e alle altre concezioni religiose, la fede dei padri ebrei è già una grande difesa da parte della legge divina dell’unione nuziale e della dignità femminile, sottratte all’arbitrio della mascolinità. Lo stesso “atto di ripudio” che incontreremo al ver.7 è già un grande argine nei confronti del potere arbitrario dell’uomo sulla donna.
La risposta di Gesù è netta, e si rifà alle antiche Parole di Genesi 1,27 e 2,24. Consiglio vivamente di ritornare a quegli antichi preziosi testi! E’ Gesù stesso a chiedercelo perchè possiamo trovare tutta la profondità della profezia ebraica, nel valore fondamentale che le Scritture attribuiscono alla comunione tra l’uomo e la donna. E’ di estrema importanza che tale comunione sia posta all’ “inizio” di tutto, come immagine delle origini di tutto. Per questo è molto importante la sottolineatura che Gesù fa con l’espressione “da principio” al ver.4. E’ la figura potente di una diversità – “li fece maschio e femmina” – e del cammino dello Sposo verso la Sposa per unirsi a lei e diventare con lei “una sola carne”(ver.5). Questo è il mistero stesso di Dio, e del suo itinerario d’amore verso l’umanità, fino ad assumerne in Gesù la carne per unirsi a lei in un vincolo d’amore indissolubile: è quella “nuova ed eterna alleanza” che noi proclamiamo nella divina liturgia facendo memoria della Passione d’Amore di Gesù! Scusate se vi assalgo con questa sintesi precipitosa, ma mi sembra importante cogliere tutto insieme il mistero dell’amore che ci unisce a Dio, e che fa dell’intera umanità la sua Sposa. Tale è il segno, la realtà e il compito sublime della Chiesa: essere il principio di quella Sposa e della sua comunnione d’amore con Gesù il Figlio di Dio.
Questo è il cuore, il segreto e la fonte perenne del mistero nuziale. “Dunque l’uomo non divida quello che Dio ha congiunto”(ver.6).
Allora l’atto di ripudio non è l’ultima Parola, ma la pedagogia divina, la sua paziente misericordia, e la preparazione della venuta dello Sposo, che con il suo sangue stabilirà la nuova ed eterna alleanza dell’amore di Dio per l’umanità, amore che nulla e nessuno può ormai spezzare. Gesù è venuto a riportare il mistero nuziale a quell’ “inizio” che profeticamente ha guidato Israele fino a Gesù! (ver.8).
Sono molte le discussioni intorno a quella che sarebbe un’eccezione di Matteo rispetto agli altri Evangelisti, con la concessione del divorzio “in caso di unione illegittima”(ver.9). Ne trovate abbondante notizia nelle note delle vostre bibbie. A me sembra più semplice e più chiaro pensare che quelle unioni siano dei non-matrimoni. Dico questo non in senso giuridico. E neppure in senso liturgico. Lo dico pensando ad un legame tra uomo e donna puramente naturalistico. Con tutta la sua verità e la sua bellezza esso non è ancora giunto allo splendore del segno divino dell’amore di Gesù per l’umanità. Non è ancora un patto “di sangue”. Non è ancora quel “perdersi” l’una persona nell’altra, che il testo biblico descrive come la perdita della propria individualità singola e solitaria, per essere “una sola carne”, un mistero di comunione che fa dei due una realtà sola per l’amore che li unisce. Ma certamente voi avete di questo una grande esperienza e conoscenza, che io non voglio ulteriormente tediare con le mie balbettanti parole.
Dio ti benedica. E tu benedicimi. Tuo. Giovanni.