mamma e figlio_baltimoramadreSono molto provata da discussioni logoranti con i miei figli…. Mi sento di non aver fatto bene il mio dovere di genitore….

Frase di un messaggio di un’amica. Io proverei a domandarmi se siano opportune queste “discussioni logoranti” con i figli. Lo dico perché ne vedo continuamente l’esito infelice, con tristezza da entrambe le parti. Perché anche i figli non ne escono bene. Magari ostentano una certa “disinvoltura”, ma in realtà ne soffrono. E noi, evidentemente, più di loro! Che cosa può esser mancato da parte nostra? Ed è questa domanda che mi sembra suggerire un certo ripensamento, non tanto per quello che nel passato non abbiamo fatto o abbiamo sbagliato, ma anche, e soprattutto, per orientare in modo diverso il nostro futuro. E anche qui: è sbagliato dire che “ormai è troppo tardi”. Questo giudizio serve bene per evidenziare quale forse è stata una nostra mancanza, e soprattutto come possiamo guardare al futuro della nostra relazione con loro. Spesso mi pare di osservare un eccesso delle “regole”. Questo è un tema molto delicato che investe molti ambiti di formazione, anche nella realtà ecclesiale. Anche noi preti, e forse noi più di altri, corriamo il grave rischio di dare molte “leggi” e poche “buone notizie”. Forse il dovere dei preti sarebbe anche quello degli educatori, e in particolare, a livello supremo di responsabilità, quello dei genitori. Ci dimentichiamo che “Vangelo” è una parola greca che significa “Buona Notizia”! E bisogna partire dal Vangelo. Non solo con le parole. Ai genitori che chiedono il Battesimo per i loro piccoli, sono solito raccomandare di riempire i loro figli di affetto. Di baci, di carezze e di sorrisi. Di giochi fatti insieme e di bellissime fiabe. Perché quando Gesù dice che possiamo e dobbiamo “convertirci” non ci fa prima di tutto una predica morale, ma ci dice che finalmente è arrivata una buonissima notizia, che è bello ascoltare e accogliere! Poi si scopre che, per far nostre le Buone Notizie, dobbiamo aprire la mente e il cuore verso di esse. Ma allora la fatica è piacevole! Perché per entrare e per vivere in una impresa luminosa e affascinante, sentiamo bello e doveroso il nostro impegno. Senza Buone Notizie, resta solo la richiesta di impegno senza che se ne veda il motivo. Certo, si potrebbe dire che una cosa va fatta perchè è vera e giusta. Ma la scelta di Gesù è stata, ed è, diversa. Lui propone l’impegno per cose belle e buone. Bisogna allora partire dalle cose belle e buone. Molto insistere non solo nel dirle, ma anche nel mostrarle, nel viverle appassionatamente. Perché il mondo, a pensarci bene, è tutto una regola. Il nostro volerci bene, è prima di tutto una gran bella vita. Proviamo a partire da lì. E quando i nostri figli non ci ascoltano, il meglio che possiamo fare è vivere la nostra vita bella vicino a loro. Buona Domenica a tutti.

Giovanni della Dozza.

Domenica 03 maggio 2015