12 Desidero che sappiate, fratelli, come le mie vicende si siano volte piuttosto per il progresso del Vangelo, 13 al punto che, in tutto il palazzo del pretorio e dovunque, si sa che io sono prigioniero per Cristo. 14 In tal modo la maggior parte dei fratelli nel Signore, incoraggiati dalle mie catene, ancor più ardiscono annunciare senza timore la Parola. 15 Alcuni, è vero, predicano Cristo anche per invidia e spirito di contesa, ma altri con buoni sentimenti. 16 Questi lo fanno per amore, sapendo che io sono stato incaricato della difesa del Vangelo; 17 quelli invece predicano Cristo con spirito di rivalità, con intenzioni non rette, pensando di accrescere dolore alle mie catene. 18 Ma questo che importa? Purché in ogni maniera, per convenienza o per sincerità, Cristo venga annunciato, io me ne rallegro e continuerò a rallegrarmene. 19 So infatti che questo servirà alla mia salvezza, grazie alla vostra preghiera e all’aiuto dello Spirito di Gesù Cristo, 20 secondo la mia ardente attesa e la speranza che in nulla rimarrò deluso; anzi nella piena fiducia che, come sempre, anche ora Cristo sarà glorificato nel mio corpo, sia che io viva sia che io muoia.

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Oggi riceviamo dal Signore attraverso la persona, la vicenda e la testimonianza di Paolo, la “Buona Notizia” del viaggio del Vangelo nelle terre e nei cuori. In questo orizzonte ogni evento è occasione per il Vangelo, e nulla è ostacolo. Questo mi sembra molto importante per chi, come noi forse, è legato al pensiero di giorni fausti e giorni infausti, di situazioni favorevoli oppure negative. Per il dono del Vangelo, ogni situazione è favorevole al Vangelo se noi la cogliamo e la accogliamo come opportunità per partecipare la Parola del Signore. Ascoltiamo quindi con attento piacere il ver.12 e quello che ne segue!
Non sappiamo bene in quale prigione e durante quale prigionìa Paolo stia scrivendo ai Filippesi, come potete leggere nelle introduzioni delle nostre bibbie. Ma in ogni modo l’importante secondo lui, è che “si sa che io sono prigioniero per Cristo”!(ver.13). E questo, addirittura incoraggia molti fratelli ad accompagnare la situazione dell’Apostolo con la loro stessa testimonianza del Vangelo di Gesù. Evidentemente la situazione di Paolo è colta come limpida trasparenza e luminosa testimonianza del Signore Gesù, e dunque la predicazione del Vangelo è accompagnata e sostenuta da una testimonianza particolarmente forte ed efficace.
I vers.15-18 si soffermano a precisare che non da parte di tutti questa testimonianza-predicazione è limpida: ci sono quelli che “predicano Cristo anche per invidia e spirito di contesa…con spirito di rivalità., con intenzioni non rette”, con pensieri competitivi e ostilinei coinfronti di Paolo.Ma questo che importa? Purchè in ogni maniera…Cristo venga annunciato…”. E’ meravigliosa la libertà interiore e la disposizione a subire le conseguenze di comportamenti ingiusti,con la serena certezza che in ogni caso nulla ostacolerà l’annuncio evangelico, anche se dato senza purezza interiore! Al ver.18 Paolo parla di allegrezza da parte sua, ora e anche in seguito.
Non perdiamo l’occasione di portare nel nostro cuore il convincimento che la potenza del Vangelo è più forte della situazione interiore e delle disposizioni reali dell’annunciatore! Paolo è certo che tutto sarà custodito e sostenuto dalla preghiera dei suoi fratelli e dall’aiuto dello Spirito di Gesù Cristo (ver.19). E arriva a dirsi pienamente fiducioso che, “come sempre, anche ora Cristo sarà glorificato nel mio corpo, sia che io viva sia che io muoia”. Mi piace moltissimo questa diretta “citazione” persino della partecipazione “fisica, corporea” alla testimonianza evangelica!(ver.20). Incoraggia ogni situazione della vita. Anche quella di chi potrebbe essere tentato di ritenere che la sua condizione di debolezza, di minorità, di malattia….lo escluda dalla possibilità di essere testimone di Gesù!
Dio ti benedica. E tu benedicimi. Tuo. Giovanni.