Ho perso la mamma alcuni mesi fa. Se ne è andata serenamente alla fine della sua lunga vita. Attraverso di lei noi figli abbiamo ricevuto la fede in una vita modesta ma allegra. Le scrivo per un piccolo scrupolo che mi è rimasto e che mi da tristezza. Pochi giorni prima di morire mancava poco alla pasqua, mi ha chiesto di andare a far benedire le uova in parrocchia. Ricordavo che da ragazzo mi ci mandava. Ma questa volta mi sono lasciato vincere da uno stupido rispetto umano. poi non me la sono sentita di dirle la verità e le ho fatto credere che la benedizione fosse fatta. Adesso mi dispiace di averla ingannata e anche di aver offeso la nostra fede con una bugìa. Non pensavo che la cosa mi rimanesse dentro. Scusi se la domanda le sembra inutile.

La ringrazio del suo messaggio, anche se non riesco bene a capire quale sia la sua domanda. Comincio con dirle che forse anch’io provo un certo imbarazzo quando nei giorni prima di Pasqua qualcuno viene in chiesa per questa benedizione. Preferisco quando vedo le uova sul tavolo di cucina nelle case dove porto la benedizione. Però mi sembra giusto e bello andare incontro alla gente.

Pochi giorni fa ascoltavo un teologo illustre che rimpiangeva di non aver dato una benedizionedi fronte ad una richiesta imbarazzante, che gli sembrava in quel momento del tutto inopportuna. Almeno per lui. Ma forse non per chi gliela chiedeva. E quando ha cercato quella persona, non c’era più.

Ricordo i primi tempi nella mia carissima parrocchina di campagna. Tutto infervorato dall’avvenimento conciliare e dalla grande riforma che mi sembrava necessaria, mi sono trovato davanti all’antica e solidissima devozione per il Santo Patrono, una festa molto più importante della Pasqua nella realtà della mia cara gente. Per fortuna la mia guida spirituale mi consigliò di accettare tutto con mitezza e simpatia. Quell’anno sono addirittura andato in Val Gardena perchè ai parrocchiani la statua vecchia sembrava troppo malmessa e bisognava comperarne una nuova. Ricordo quel felice viaggio di ritorno in compagnia del Santo ligneo al quale abbiamo fatto grandi feste.

Piano piano le cose sono cambiate. Adesso, quando torno nella piccola chiesa di Bolognina di Crevalcore, la statua non la vedo più. E mi pare che come era stato per me, anche Francesco che è il parroco attuale non fa processioni con il Santo, ma si dice una bella messa serale e poi si mangiano e si bevono cose buone. Non penso che sia un cedere a richieste inopportune. Il farsi piccolo di Dio per scendere ed entrare nella nostra piccolezza non si scandalizza, ma anzi viene onorato, quando lo si riconosce anche nelle piccole vicende della nostra piccola vita. Forse quindi siamo io e lei a non essere abbastanza sapienti per riconoscere come Lui ami nascondersi anche…nelle uova benedette.

Ho pensato che la sua mamma, nel giardino del Paradiso, stia confidando ad una sua santa amica di aver chiesto a suo figlio una cosa molto piccola, e forse non del tutto opportuna. Perchè la mamma, attraverso tante piccole vicende, adesso è arrivata nella luce infinita di Dio. Dove tutto è grande e chiaro per sempre. Buona Domenica. d.Giovanni.