Ho letto volentieri le notizie che lei ha mandato da Gerusalemme in occasione della visita del Papa. E mi sono piaciute le osservazioni sul rapporto tra lui e i bambini. Spero anche che quel “suo” bambino Giovanni che le è stato vicino durante quei giorni possa trovare una strada per guarire. Ma le voglio chiedere se non c’è il pericolo anche per papa Francesco di diventare una personaggio mitico, e se non ci sia anche per lui il rischio di una certa “papolatria” che per una persona di fede laica come me diventa insopportabile. Quando succedono queste cose, un po’ può essere colpa di chi costruisce il suo personaggio, ma molto è colpa di tutti quelli che lo trattano come un personaggio e non più come una persona. Lei che cosa ne dice?
Carissima o carissimo amico, apprezzo la sua preoccupazione. Ci ho pensato e sono contento di poterle scrivere una parola rassicurante. Non penso che dobbiamo temere questo antipatico rischio per un motivo molto semplice. Quando Papa Francesco entra in contatto con la gente, poca o tantissima che sia, percorre sempre una sua strada che lo caratterizza fortemente: entra chinandosi! È sempre attento a prendere la misura del suo interlocutore, e dunque quasi sempre “scompare” nella realtà e nella piccolezza di chi vuole incontrare. Quando mi hanno mostrato una fotografia dove sembra che sulla Piazza di Betlemme Lui mi stia guardando, ho avvertito un certo imbarazzo, perché davvero lì i nostri sguardi si sono incontrati, ma l’avvenimento esige di rimanere segreto nella sua piccolezza per poter custodire il segreto splendore della sua povertà. Se domenica prossima lei leggerà queste poche mie parole, lo farà nel tempo in cui questi due anziani capi delle popolazioni che in Terra Santa non hanno pace s’incontreranno con Lui, il Grande Anziano, che li ha convocati per una preghiera che vuole intrecciare in un unico gemito e in un’unica speranza le tre grandi fedi monoteiste che hanno in Gerusalemme il cuore pulsante della loro fede. Da un punto di vista razionale è evidente la sproporzione tra la preghiera dei tre grandi vecchi e l’irrisolta drammaticità del conflitto. Ma anche in questo torna a celebrarsi l’arte spirituale del Papa che sempre ripropone come porta della salvezza e della pace la vicenda di Dio che in Gesù si è fatto piccolo fino al Bambino di Betlemme e fino al Crocifisso. Per questo io penso che non ci sia il pericolo che anche lei non vuole oscuri la sua potenza di comunione e di intercessione.
Buona Domenica.
Don Giovanni.
Domenica 8 Giugno 2014