12 Infatti l’invenzione degli idoli fu l’inizio della fornicazione, la loro scoperta portò alla corruzione della vita. 13 Essi non esistevano dall’inizio e non esisteranno in futuro. 14 Entrarono nel mondo, infatti, per la vana ambizione degli uomini, per questo è stata decretata loro una brusca fine. 15 Un padre, consumato da un lutto prematuro, avendo fatto un’immagine del figlio così presto rapito, onorò come un dio un uomo appena morto e ai suoi subalterni ordinò misteri e riti d’iniziazione; 16 col passare del tempo l’empia usanza si consolidò e fu osservata come una legge. Anche per ordine dei sovrani le immagini scolpite venivano fatte oggetto di culto; 17 alcuni uomini, non potendo onorarli di persona perché distanti, avendo riprodotto le sembianze lontane, fecero un’immagine visibile del re venerato, per adulare con zelo l’assente, come fosse presente. 18 A estendere il culto anche presso quanti non lo conoscevano, spinse l’ambizione dell’artista. 19 Questi infatti, desideroso senz’altro di piacere al potente, si sforzò con l’arte di renderne più bella l’immagine; 20 ma la folla, attratta dal fascino dell’opera, considerò oggetto di adorazione colui che poco prima onorava come uomo. 21 Divenne un’insidia alla vita il fatto che uomini, resi schiavi della disgrazia e del potere, abbiano attribuito a pietre o a legni il nome incomunicabile. 22 Inoltre non fu loro sufficiente errare nella conoscenza di Dio, ma, vivendo nella grande guerra dell’ignoranza, a mali tanto grandi danno il nome di pace. 23 Celebrando riti di iniziazione infanticidi o misteri occulti o banchetti orgiastici secondo strane usanze, 24 non conservano puri né la vita né il matrimonio, ma uno uccide l’altro a tradimento o l’affligge con l’adulterio. 25 Tutto vi è mescolato: sangue e omicidio, furto e inganno, corruzione, slealtà, tumulto, spergiuro, 26 sconcerto dei buoni, dimenticanza dei favori, corruzione di anime, perversione sessuale, disordini nei matrimoni, adulterio e impudicizia. 27 L’adorazione di idoli innominabili è principio, causa e culmine di ogni male. 28 Infatti coloro che sono idolatri vanno fuori di sé nelle orge o profetizzano cose false o vivono da iniqui o spergiurano con facilità. 29 Ponendo fiducia in idoli inanimati, non si aspettano un castigo per aver giurato il falso. 30 Ma, per l’uno e per l’altro motivo, li raggiungerà la giustizia, perché concepirono un’idea falsa di Dio, rivolgendosi agli idoli, e perché spergiurarono con frode, disprezzando la santità. 31 Infatti non la potenza di coloro per i quali si giura, ma la giustizia che punisce i peccatori persegue sempre la trasgressione degli ingiusti.
Sapienza 14,12-31

E’ molto importante il legame che la sapienza denuncia tra l’idolatria e la fornicazione. L’idolo, infatti, sconvolge l’ordine della realtà. Così, la sessualità, che è prezioso linguaggio dell’amore, diventa “fornicazione”, cioè, in certo senso, “idolatria”, e quindi “adorazione” di ciò che non deve essere adorato, capovolgimento della realtà. Che, appunto, da “mezzo” e “linguaggio”, diventa fine! Il termine che al ver.14 è reso con “vana ambizione” dice l’illegittima supremazia e la divinizzazione di ciò che è “vuoto”. Il termine è opposto a quello che Dio ha compiuto nel mistero del Figlio Gesù, che, essendo Dio, svuotò se stesso! Qui, al contrario, quello che è “vuoto”, in quanto è un modo e non una sostanza, diventa il fine! Questo mi sembra il legame che unisce la fornicazione all’idolatria.
Da principio, dice il ver.13, non c’erano idoli, ma solo Dio che è principio e fine di tutto. E così sarà alla fine.
Il nostro testo ci offre alcuni esempi di questo “rovesciamento” che è l’idolatria. Così, ai vers.15-16, un figlio morto giovane e rimpianto e ricordato da suo padre, può trasformarsi in un culto idolatrico, e il padre, “avendo fatto un’immagine del figlio così presto rapito, onorò come un dio un uomo appena morto”. Poi accade, dice il ver.16, che “con il passare del tempo l’empia usanza si consolidò e fu osservata come una legge”!
Altro esempio dell’affermarsi dell’idolatria sono “le immagini scolpite dei sovrani”, che diventano “oggetti di culto” (ver.16). Così, l’immagine scolpita diventa modo “per adulare l’assente, come fosse presente” (ver.17).
A questo si aggiunge anche “l’ambizione dell’artista” (ver.18) che “si sforzò di rendere più bella l’immagine” (ver.19), portando all’idolatria “la folla attratta dal fascino dell’opera” (ver.20).
I vers.21-22 denunciano il dilatarsi dell’idolatria del potere, da parte da chi vuole impadronirsene come da chi lo deve subire come disgrazia. In questo modo l’idolo può arrivare ad essere considerato divinità di pace!
La realtà buona e santa della vita viene così stravolta e capovolta, e anche gli orrori più atroci vengono giustificati e addirittura sacralizzati dall’idolatria. Apro una parentesi per dire di un’idolatria che ancora si legge sulle facciate di vecchie chiese, dove si ricordano i morti delle guerre, come “martiri” chiamati a eterna gloria per aver sacrificato la loro vita per la patria! Orrori simili possono arrivare persino sulle facciate delle chiese!
Mi sembra importante citare per esteso il ver.27: “L’adorazione di idoli innominabili è principio, causa e culmine di ogni male”.
Gli idolatri “vanno fuori di se nelle orge” (ver.28). Ma c’è una giustizia! E’ quello che diceva Lorenzo dei Promessi Sposi mentre subiva l’ingiustizia! Gli idolatri, “spergiurarono con frode, disprezzando la santità” (ver.30).
Dio ti benedica. E tu benedicimi. Tuo. Giovanni.