1 Anche chi si dispone a navigare e a solcare onde selvagge invoca un legno più fragile dell’imbarcazione che lo porta. 2 Questa infatti fu inventata dal desiderio di guadagni e fu costruita da una saggezza artigiana; 3 ma la tua provvidenza, o Padre, la pilota, perché tu tracciasti un cammino anche nel mare e un sentiero sicuro anche fra le onde, 4 mostrando che puoi salvare da tutto, sì che uno possa imbarcarsi anche senza esperienza. 5 Tu non vuoi che le opere della tua sapienza siano inutili; per questo gli uomini affidano la loro vita anche a un minuscolo legno e, avendo attraversato i flutti su una zattera, furono salvati. 6 Infatti, anche in principio, mentre perivano i superbi giganti, la speranza del mondo, rifugiatasi in una zattera e guidata dalla tua mano, lasciò al mondo un seme di nuove generazioni. 7 Benedetto è il legno per mezzo del quale si compie la giustizia, 8 maledetto invece l’idolo, opera delle mani, e chi lo ha fatto; questi perché lo ha preparato, quello perché, pur essendo corruttibile, è stato chiamato dio. 9 Perché a Dio sono ugualmente in odio l’empio e la sua empietà; 10 l’opera sarà punita assieme a chi l’ha compiuta. 11 Perciò ci sarà un giudizio anche per gli idoli delle nazioni, perché fra le creature di Dio sono diventati oggetto di ribrezzo, e inciampo per le anime degli uomini, e laccio per i piedi degli stolti.
Sapienza 14,1-11

La polemica contro l’idolatria si fa più serrata, fino a destare in noi un certo salutare stupore.
Il discorso ha una continuità con quello che già è stato detto, e il ver.1 del nostro brano ribadisce la critica nei confronti di chi si affida all’assoluta fragilità dell’idolo: chi sta partendo per una pericolosa navigazione si affida ad un idolo di legno certamente molto più fragile del legno, cioè dell’imbarcazione che lo porta!
A partire da qui, inizia una riflessione che sembra voler valutare del tutto positivamente un’interpretazione del tutto “laica” della realtà . Così , i vers.2-5 sono una lode della saggezza e del coraggio umano che nella storia realizzano e compiono grandi imprese. Elementi rilevanti come il desiderio di guadagni e la saggezza artigiana del ver.2 vedono presente al ver.3 la provvidenza divina che accompagna e sostiene queste umane avventure, arrivando addirittura a “tracciare un cammino nel mare e un sentiero sicuro anche fra le onde (ver.3) e “mostrando che puoi salvare da tutto, sì che uno possa imbarcarsi anche senza esperienza” (ver.4). E al ver.5 esalta la presenza della sapienza divina nell’opera umana che Dio accompagna con la sua opera di salvezza.
Di tutto questo è esempio supremo, secondo il ver.6, la vicenda biblica di Noè, che viene chiamato con il titolo di “salvezza del mondo ” che su una zattera guidata dalla mano di Dio ” lasciò al mondo un seme di nuove generazioni”!
Dopo questa memoria biblica, riprende un discorso di intonazione ancora laica che al ver.7 dice ” benedetto il legno per mezzo del quale si compie la giustizia”, e questo in contrasto con il maledetto idolo di legno, come maledetto è chi lo ha fatto, legno che “pur essendo corruttibile, è stato chiamato Dio”( ver.8). Il giudizio divino di condanna raggiungerà sia l’idolo, sia chi lo ha plasmato (vers.9-10).
E con un”affermazione stupefacente, che rivela come finora si sia parlato di un’idolatria interna al Popolo di Dio, annuncia anche il giudizio divino ” per gli idoli delle nazioni” (ver.11), che pure tanto male hanno fatto.
Dio ti benedica. E tu benedicimi. Tuo. Giovanni.