1 Cantate al Signore un canto nuovo,
cantate al Signore, uomini di tutta la terra.
2 Cantate al Signore, benedite il suo nome,
annunciate di giorno in giorno la sua salvezza.
3 In mezzo alle genti narrate la sua gloria,
a tutti i popoli dite le sue meraviglie.
4 Grande è il Signore e degno di ogni lode,
terribile sopra tutti gli dèi.
5 Tutti gli dèi dei popoli sono un nulla,
il Signore invece ha fatto i cieli.
6 Maestà e onore sono davanti a lui,
forza e splendore nel suo santuario.
7 Date al Signore, o famiglie dei popoli,
date al Signore gloria e potenza,
8 date al Signore la gloria del suo nome.
Portate offerte ed entrate nei suoi atri,
9 prostratevi al Signore nel suo atrio santo.
Tremi davanti a lui tutta la terra.
10 Dite tra le genti: “Il Signore regna!”.
È stabile il mondo, non potrà vacillare!
Egli giudica i popoli con rettitudine.
11 Gioiscano i cieli, esulti la terra,
risuoni il mare e quanto racchiude;
12 sia in festa la campagna e quanto contiene,
acclamino tutti gli alberi della foresta
13 davanti al Signore che viene:
sì, egli viene a giudicare la terra;
giudicherà il mondo con giustizia
e nella sua fedeltà i popoli.
Questa grande preghiera di lode sembra voler correggere un nostro pensiero istintivo, e cioè l’alternativa tra la fede e l’incredulità, proponendo invece l’alternativa tra fede nel Signore e idolatria. In tal senso è molto importante l’affermazione del ver.5: “Tutti gli dèi dei popoli sono un nulla, il Signore invece ha fatto i cieli”. Certamente molte persone si ritengono semplicemente “atee”, ma una verifica più profonda porta a considerare come ci siano realtà che si impongono di fatto come divinità, come “dèi”, come verità, principi, criteri di interpretazione, obiettivi … in certo modo “assoluti”. Per questo è notevole che il ver.5 già citato contrapponga agli “dèi” il Signore “che ha fatto i cieli”. Questi cieli sono l’ambito e le grandi guide dell’umano, che prendono anche il nome di “potenze” e che di fatto “governano” sia persone sia comunità, sia culture, sia ideologie … Tali potenze devono essere condotte e illuminate dal Signore. Altrimenti rischiano di imporsi come divinità! Il tema è delicato, e con delicatezza deve essere esaminato, anche per non offendere o confondere chi ci è accanto e ci è caro, e semplicemente pensa di non condividere il nostro orizzonte di fede. Tutto questo apre a noi la possibilità di considerare con stupore e ammirazione la bellezza, la bontà, la libertà, la sapienza … della fede che ci è stata donata. Sempre a proposito del ver.5 si può notare che la versione greca e latina afferma che “tutti gli dèi delle genti sono demoni”: non sono semplicemente “nulla”, ma sono demoni, potenze spirituali negative che governano l’esistenza umana. Dal mito della ricchezza a quello della patria, da quello dello sport a quello del sesso … quante sono le realtà che non essendo divine, di fatto governano l’esistenza umana. Spero di non aver portato troppa confusione!
Il grande invito del ver.2 è quello di “annunciare di giorno in giorno la sua salvezza”! E poi di narrare la sua gloria e di dire a tutti i popoli le sue meraviglie. Com’è bello e buono il nostro Signore. Quali meraviglie ci dona! Ogni Parola del Vangelo è meravigliosa. E certamente ognuno di noi deve fare, a partire da me, molta strada nel Vangelo per continuare a scoprire la bellezza e la bontà di tutto quello che il Signore ha creato e ci ha donato. Quando incontriamo una “donna di Dio” o un “uomo di Dio” siamo rapiti dallo splendore della sua esistenza, molte volte apparentemente molto modesta, e pure, quanto piena di grandi meraviglie!
Per questo avvertiamo il desiderio, il dovere e l’urgenza di comunicare a tutti tale bellezza. E’ il grande debito che abbiamo nei confronti di tutti, a partire da chi è prigioniero di un’esistenza più povera, più rattristata, più angosciata. Teniamo lontano da noi ogni rischio e ogni tentazione di potere. Desideriamo con tutto il cuore che, come ascoltiamo qui ai vers.7-9, le famiglie dei popoli possano entrare nel dono che abbiamo ricevuto e che vogliamo e dobbiamo comunicare a tutte loro. Non è questione di esito finale della vita breve che abbiamo – paradiso o inferno – ma di ingresso ora nella segreta meravigliosa bellezza dell’esistenza generata illuminata e condotta dal Vangelo di Gesù.
I vers.11-13 vogliono convocare tutta la creazione in una grande “liturgia” di gioia e di festa. Non spaventiamoci davanti a prospettive che possono sembrare impossibili. Forse anche nel semplice cammino della giornata nella quale entriamo è preparato un volto, una vicenda, un gemito, una speranza … che attendono da noi un piccolo sguardo, una parola ,una lacrima o un sorriso, per poter entrare nella gioia nuova e grande del nostro fratello e Signore Gesù.
Dio ti benedica. E tu benedicimi. Tuo. Giovanni.
Tutti sono convocati a questa liturgia di glorificazione e di lode: Cantate al Signore, uomini di tutta la terra! Date al Signore, o famiglie dei popoli…, date al Signore la gloria del suo nome! – Dunque anche noi, uomini della terra, possiamo dare qualcosa: il riconoscimento, la pubblicazione della grandezza e della bellezza della persona di Dio. Se bello è l’universo, se bello è l’uomo e ancor più bella è la donna, come sarà la bellezza del Signore? – Anche la natura partecipa a questo riconoscimento; tra le altre affermazioni, è particolare quella del v. 12: è in festa la campagna e quanto racchiude, e acclamano a Lui tutti gli alberi della foresta! Forse le piante, gli animali sono più bravi di noi, “esseri intelligenti”.