1 Al maestro del coro. Salmo. Di Davide. Canto.
2 Per te il silenzio è lode, o Dio, in Sion,
a te si sciolgono i voti.
3 A te, che ascolti la preghiera,
viene ogni mortale.
4 Pesano su di noi le nostre colpe,
ma tu perdoni i nostri delitti.
5 Beato chi hai scelto perché ti stia vicino:
abiterà nei tuoi atri.
Ci sazieremo dei beni della tua casa,
delle cose sacre del tuo tempio.
6 Con i prodigi della tua giustizia,
tu ci rispondi, o Dio, nostra salvezza,
fiducia degli estremi confini della terra
e dei mari più lontani.
7 Tu rendi saldi i monti con la tua forza,
cinto di potenza.
8 Tu plachi il fragore del mare,
il fragore dei suoi flutti,
il tumulto dei popoli.
9 Gli abitanti degli estremi confini
sono presi da timore davanti ai tuoi segni:
tu fai gridare di gioia
le soglie dell’oriente e dell’occidente.
10 Tu visiti la terra e la disseti,
la ricolmi di ricchezze.
Il fiume di Dio è gonfio di acque;
tu prepari il frumento per gli uomini.
Così prepari la terra:
11 ne irrighi i solchi, ne spiani le zolle,
la bagni con le piogge e benedici i suoi germogli.
12 Coroni l’anno con i tuoi benefici,
i tuoi solchi stillano abbondanza.
13 Stillano i pascoli del deserto
e le colline si cingono di esultanza.
14 I prati si coprono di greggi,
le valli si ammantano di messi:
gridano e cantano di gioia!

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Grande lode a Dio, che è il Signore della creazione e della storia. Tutto il Salmo contempla e ammira questo intreccio tra la storia della salvezza e le meraviglie della creazione. La creazione infatti non è vista come governata dalle sue leggi, ma come direttamente condotta da Dio. Proprio come la storia della salvezza del popolo di Dio e dell’intera umanità. Sia la creazione sia la storia sono protagonisti e beneficiari dell’azione salvifica di Dio!
Splendido l’inizio proposto dalla nuova versione italiana del testo biblico: il silenzio! Il silenzio come lode suprema! Là dove non si può altro che ammirare l’opera di Dio! “Per te il silenzio è lode!”. Ed è lode appunto per l’opera della salvezza. “Ogni carne” – meglio che “ogni mortale” – viene a Te, che ascolti la preghiera”(ver.3). Questo “venire a te” è la conversione: “Pesano su di noi le nostre colpe, ma tu perdoni i nostri peccati”. La storia è questo grande “ritorno” a Dio: dal peccato al perdono, dalla morte alla vita…
E tutto questo è frutto dell’elezione divina! “Beato chi hai scelto perché ti stia vicino. Abiterà nei tuoi atri”. L’elezione di Israele è l’ikona, la parabola e la promessa della chiamata universale alla salvezza. Chi già è stato chiamato “vicino”, come ascoltiamo dal ver.5 è pegno e promessa per tutte le lontananze, come vedremo di seguito. La possibilità di saziarsi “dei beni della tua casa, delle cose sacre del tuo tempio”, cioè di tutto quello che Dio dona alla fede di Israele, diventa “fiducia degli estremi confini della terra e dei mari più lontani”(ver.6), speranza per l’intera umanità. Ecco le “lontananze” – “gli estremi confini della terra e i mari lontani” – che saranno coinvolte nello stesso disegno di salvezza universale.
I grandi “segni” della natura, come “il fragore dei mari”, sono immagini del “tumulto dei popoli”: ma il Signore placa entrambi! Tutti i popoli sono visitati e salvati dal Signore. “Gli abitanti degli estremi confini sono presi da timore davanti ai tuoi segni”. Tutti sono chiamati alla salvezza: “Tu fai gridare di gioia le soglie dell’oriente e dell’occidente”(ver.9). Tutto è accuratamente coltivato dal grande agricoltore: così i bellissimi vers.10-14!
Dio ti benedica. E tu benedicimi. Tuo. Giovanni.
Siamo tutti scelti per essere vicini a Lui, abitare nei suoi atri e saziarci dei suoi beni(v.5): una meraviglia! Di qui la lode del silenzio, come ha spiegato don Giovanni, e dentro di noi la gioia. Cos’è la gioia? Una “cosa” quasi indescrivibile a parole… e forse non ne abbiamo una grande esperienza. Qui vediamo l’umanità scossa da questo sentimento: con un’immagine sorprendente si dice: “Tu fai gridare di gioia/ le soglie dell’oriente e dell’occidente”(v.9)! E la natura, a sua volta, è invasa dall’esultanza: Prati e valli gridano (forse smodatamente) e cantano di gioia (vv. 13-14). E’ come una danza festosa, un coro generale, che accomuna tutto e tutti…