1 Al maestro del coro. Di Davide. Salmo.
Signore, tu mi scruti e mi conosci, 2 tu conosci quando mi siedo e quando mi alzo, intendi da lontano i miei pensieri, 3 osservi il mio cammino e il mio riposo, ti sono note tutte le mie vie. 4 La mia parola non è ancora sulla lingua ed ecco, Signore, già la conosci tutta. 5 Alle spalle e di fronte mi circondi e poni su di me la tua mano. 6 Meravigliosa per me la tua conoscenza, troppo alta, per me inaccessibile. 7 Dove andare lontano dal tuo spirito? Dove fuggire dalla tua presenza? 8 Se salgo in cielo, là tu sei; se scendo negli inferi, eccoti. 9 Se prendo le ali dell’aurora per abitare all’estremità del mare, 10 anche là mi guida la tua mano e mi afferra la tua destra. 11 Se dico: «Almeno le tenebre mi avvolgano e la luce intorno a me sia notte», 12 nemmeno le tenebre per te sono tenebre e la notte è luminosa come il giorno; per te le tenebre sono come luce. 13 Sei tu che hai formato i miei reni e mi hai tessuto nel grembo di mia madre.
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Desidero oggi porre una piccola premessa alle parole che vi dirò su questa prima parte del Salmo 138. Questo, come tutti gli altri centoquarantanove, nella nostra piccola comunità lo leggiamo ogni settimana. Era antica tradizione della Chiesa l’intero Salterio come preghiera di ogni settimana. Quindi, pensate come questo Salmo dovrei conoscerlo! Ebbene, sono a dirvi che sono rimasto anche oggi affascinato dalla Parola di questa preghiera, dalla sua vertiginosa bellezza e dalla sua dolcissima potenza! Come fosse la prima volta che lo ascolto e lo celebro nella preghiera! Sarei esposto anche ad un movimento d’angoscia nel pensare a come quindi lo incontro ogni settimana in modo evidentemente superficiale! Ebbene, credo che dobbiamo umilmente accettare questa nostra minorità davanti al miracolo della Parola di Dio, avendo se mai conferma che questa Parola è proprio di Dio! Infinita, vera per ogni uomo e donna della terra, in ogni luogo e circostanza! Anzi, è forse proprio questo Salmo a volerci dire come la nostra vita sia avvolta, amata, sorretta e condotta dalla Parola del Signore, nella nostra quasi totale inconsapevolezza! E non solo perché ci sono i nostri molti difetti! Ma semplicemente perché è Dio che si piega su di noi ed è addirittura doveroso essere certi che noi non sappiamo capirlo, né accoglierlo, né custodirlo…. L’invito di oggi è quello di trasformare in gioia e gratitudine l’inevitabile smarrimento del nostro non essere in grado di accogliere un dono troppo grande! E scusatemi se vi ho fatto perdere tempo con le mie divagazioni di pensiero e sentimento!
Globalmente è necessario prendere atto che in questo Salmo, che ascolteremo tra oggi e domani, l’assoluto protagonista è il “Tu” di Dio.
Si potrebbe dire che così, ovviamente, è ogni preghiera! Ma qui mi sembra si debba sottolineare lo stupore commosso del salmista che contempla la Persona e l’azione di Dio! Molte volte noi siamo preoccupati soprattutto di sapere come noi dobbiamo essere, e fare! Qui, invece, tutto è soprattutto ammirazione per come Dio è, e fa, con noi e per noi!
Innanzi tutto, come ci conosce e ci osserva. Addirittura, come ci previene. Di tutto questo, al ver.6, noi meravigliati lo lodiamo per una conoscenza per noi “inaccessibile”!
Al punto che è impossibile sfuggire a questa presenza! Dappertutto Lui addirittura, appunto, ci precede. Cielo e inferi ed estremità del mare…dappertutto lo troviamo! E lo troviamo ad operare il bene per noi: “Anche là mi guida la tua mano e mi afferra la tua destra” (ver.10).
E se l‘immagine delle tenebre vuol significare anche gli orizzonti negativi della nostra persona, e tentiamo di sfuggirgli: “Almeno le tenebre mi avvolgano e la luce intorno a me sia notte” (ver.11), il salmista dice: “Nemmeno le tenebre per te sono tenebre e la notte è luminosa come il giorno: per te le tenebre sono come luce” (ver.12). Dunque, nemmeno la nostra vita cattiva lo tiene lontani da noi!
Dio ti benedica. E tu benedicimi. Tuo. Giovanni.
Una volta percepivamo l’onnipresenza di Dio (quell'”occhio” che ci seguiva ovunque) come qualcosa di temibile, quasi di minaccioso…; ora non è più così: la presenza divina, il “volto” di Dio (al v.7) ci accompagnano per condividere tutti i passi della nostra vita. Non siamo mai soli; la solitudine non ci fa più paura. Che si tratti dei nostri pensieri (o “progetti” nella TOB, v.2) o volontà; o che si tratti del nostro agire, a Lui “sono note tutte le mie vie”. Conosce “tutto ciò che mi è dietro e davanti”, cioè – secondo la TOB – il mio passato e il mio futuro; la sua mano è lì per dare protezione e forza. – Certo, questa meravigliosa conoscenza e presenza divina è per noi “inaccessibile”, inesplicabile; ma sappiamo che è la presenza di un innamorato, di un amante, e non può essere che premurosa e benefica. – Bella quell’immagine: “mi hai tessuto nel grembo di mia madre”, anche se il verbo viene tradotto anche in diversi modi (mi hai creato, mi hai preso, mi nascondevi).