1 Canto delle salite.
Alzo gli occhi verso i monti:
da dove mi verrà l’aiuto?
2 Il mio aiuto viene dal Signore:
egli ha fatto cielo e terra.
3 Non lascerà vacillare il tuo piede,
non si addormenterà il tuo custode.
4 Non si addormenterà, non prenderà sonno
il custode d’Israele.
5 Il Signore è il tuo custode,
il Signore è la tua ombra
e sta alla tua destra.
6 Di giorno non ti colpirà il sole,
né la luna di notte.
7 Il Signore ti custodirà da ogni male:
egli custodirà la tua vita.
8 Il Signore ti custodirà quando esci e quando entri,
da ora e per sempre.
Mi sembra importante che nella nostra preghiera con questo Salmo teniamo ferma una considerazione di fondo, e cioè il dato evidente e ineliminabile di una “insufficienza” della persona. Secondo l’antropologia che sembra di poter cogliere dalle Scritture ebraico-cristiane la creatura umana non è sufficiente a se stessa. La vita non è concepibile come ipotesi di una propria autonomia-indipendenza. La domanda esistenziale non si pone sul piano dell’aver bisogno di un aiuto, ma sulla fonte di tale aiuto. Lo sguardo verso i monti del ver.1 può far supporre un aiuto da parte di qualche divinità delle alture o delle altezze. Quello che in ogni modo è certo è che di aiuto ho bisogno! E non per una particolare contingenza, ma – sembra di dover dedurre da tutto il Salmo – perchè tale è la condizione umana! Questo è meraviglioso! Per me è il punto focale della realtà di questa creatura umana fatta a immagine e somiglianza di Dio! Perchè anche Dio non è solo! Dio, come è affermato profeticamente nelle Scritture della Prima Alleanza e pienamente rivelato da Gesù di Nazaret, non è un’eterna “solitudine”, ma è l’eterna comunione del Padre e del Figlio nello Spirito Santo! Per questo l’uomo “non è bene sia solo”, e solo le nozze lo costituiscono pienamente nel suo essere. Ed ecco la risposta del ver.2: “Il mio aiuto viene dal Signore”. E subito una precisazione: “..che ha fatto cielo e terra”: Egli dunque è “l’aiuto” dell’uomo sia nel suo rapporto con le realtà supreme, sia con tutto quello che è connesso con l’ordinarietà e la temporalità della vita terrena. C’è un verbo intrecciato con un sostantivo ,che caratterizza il Salmo ed è ripetuto per sei volte negli otto versetti della preghiera: custodire e custode. Questo termine non ha sempre un significato tutto positivo, perchè può arrivare ad essere una “prigione”; del resto anche in italiano la “custodia” può significare un domicilio coatto. Ma anche questo conferma che noi siamo inevitabilmente soggetti ad una potenza che ci avvolge. Anzi, più volte Paolo afferma che se non stiamo nella guida e nella signoria di Gesù e dello Spirito cadiamo nel dominio della carne, della Legge, del peccato…Bisogna addirittura affermare che solo la signoria di Gesù ci fa liberi, come ascoltiamo in Giovanni 8,30-32. Questa divina custodia copre tutto la temporalità della vita. Dio non dorme mai, ma è sempre vigile su di noi: così i vers.3-4. La nuova traduzione italiana mette in evidenza che Egli è la nostra ombra (ver.5). Notte e giorno, sole e luna non ti colpiranno, e per la versione greca non ti bruceranno. Mi chiedo se non voglia accennare addirittura alla vittoria sulla morte. Questo non essere colpiti dal sole e dalla luna che è difficile qualificare come elementi negativi, sono però in certo modo l’ “orologio” della vita mortale. Dico questo perchè i vers.7-8 sembrano effettivamente dilatare questa custodia protettiva di Dio in misura illimitata. La bella traduzione italiana del testo greco rende il ver.7 in forma di supplica rivolta al Signore: “Il Signore ti custodisca da ogni male, custodisca l’anima tua”. Il ver.8 porta appunto questa custodia divina ad un “per sempre”. Che cosa vuol dire allora l’espressione “quando esci e quando entri”? Dall’Egitto alla Terra? Dal Battesimo alla Casa del Padre? E la versione greca capovolge i termini e dice “il tuo entrare e il tuo uscire”: entrare nella morte e uscire nella risurrezione? Celebrare questa preghiera alla luce di Gesù mi sembra porti questi suggerimenti e questa speranza. Dio ti benedica. E tu benedicimi. Tuo. Giovanni.