Caro Giovanni, nella tua felice ripresa della collaborazione al Carlino mi ha molto colpito quel tuo aver scoperto la messa che ti mancava all’ospedale dentro allo stesso ospedale, ma non nella cappella, ma se mai nelle persone ammalate, in quelle che lavorano per loro, nei più tristi e abbandonati tra loro, nelle tue notti lunghe dedicate al Padre Nostro. Mi chiedo e ti chiedo se quello che tu hai scoperto all’ospedale non si potrebbe scoprirlo in altri luoghi e con altre persone. Intanto, cerca di tirarti su. Con amicizia. (messaggio firmato)

Mi ha fatto molto piacere il tuo biglietto. E mi ha anche aiutato nella preghiera di oggi dove sono passato per i versetti evangelici di Matteo dove Gesù parla del "riconoscerlo", o al contrario, del "rinnegarlo" davanti agli uomini. Questa Parola del "riconoscimento" di Gesù è molto forte e intensa. Non è una semplice dichiarazione pubblica, nè solo una dottrina o un precetto morale. E’ prima di tutto un dono del Signore, come a me sembra di averlo potuto cogliere nei giorni dell’ospedale.

Qui c’è uno dei grandi tesori della fede ebraico-cristiana che ha in Gesù di Nazaret la sua pienezza e la sua piena rivelazione. La Messa è la sorgente, il cuore e la pienezza della nostra vita di discepoli del Signore e di figli dell’unico Padre. Però, secondo quello che anche i nostri Padri ebrei hanno comunicato all’umanità, la liturgìa non è isolata e astratta dalla storia: è piuttosto il principio di una storia nuova. Il principio della storia nuova secondo l’Amore di Dio che il Figlio è venuto a rivelare e a regalare a tutto il mondo. Per cui, se uno "va a Messa" quando ne esce e torna a casa, e al suo lavoro, e alle sue fatiche…ha occhi nuovi per "riconoscere" Gesù nella sua piccola vicenda umana. Lo riconosce.

Ma bisogna dire anche di più. E cioè che il regalo meraviglioso che Dio ha fatto all’umanità mandando tra noi come uno di noi suo Figlio, è talmente potente che ci è possibile ormai riconoscerlo presente anche in chi non ritiene di avere il dono della fede, ma, per il sacrificio d’amore di Gesù, è pur sempre anche lui un figlio di Dio. Per me, vedi, la scommessa più affascinante di ogni giornata è questa attenzione e questa gioia di potere riconoscere Gesù dappertutto e in tutti. Gli schemi morali sono giustamente rigorosi e inevitabilmente rigidi.

Ma la sapienza cristiana, la luce dello Spirito, ci consente di riconoscere Gesù anche dove non si penserebbe! Non solo all’ospedale, certamente. Mi sembra di aver riconosciuto il tuo nome, ma non ho presente il volto attuale della tua vita. Ma già il tuo messaggio mi ha permesso di riconoscere la tua appassionata partecipazione alla grande liturgia cristiana della storia. E sono contento di potere un poco almeno incoraggiare – guarda che di fede io ne ho poca poca! – lo sguardo del tuo cuore a scoprire e riconoscere Gesù nella modesta e meravigliosa liturgia della tua vita.

Se hai il regalo della Messa, ti sarà più semplice questo riconoscimento della compagnia di Gesù nella tua vita. Se la Messa non l’hai, è la Messa che in ogni modo ha te. E la tua vita. E la illumina dolcemente e potentemente. Buona Domenica. Giovanni della Dozza.