Ho perso la mia donna. Non è mia moglie ma è certamente la donna della mia vita. È scomparsa da me all’improvviso. Forse per un altro uomo. Io non l’ho cercata perché la amo così fortemente che non posso volere quello che lei non volesse. E forse non vuole più me. Non forse: ne sono sicuro. Perché le scrivo? Perché mi sembra che lei sia un cristiano. Io lo ero da giovane. Poi ho perso la fede. Ma non ne ho avuto nostalgia perché c’era lei. Adesso chiedo, alla fede che non ho, come vivere nella assenza di lei. E a lei cristiano e prete chiedo come sia la morte. Forse è come lei che non c’è più per me. E’ così?
Non sono sicuro di “avere la fede”. A chi me lo chiede, e da lei mi sento interpellato, dico che il verbo “avere”, “hai la fede?”, è troppo forte e possessivo. La fede per me è Pasqua, perché se non posso dire di avere la fede, posso dire che di tempo in tempo, e per grazia di Dio anche ogni giorno, Dio mi fa risorgere dalla mia incredulità. E allora, come il pescatore Pietro che dopo la morte di Gesù è ritornato a pescare e a non prendere niente, salto giù dalla barca della mia incredulità dopo aver alla meglio rivestito la nudità adamitica nella quale sono precipitato, e nuoto verso di Lui nel grande bacino battesimale della mia povera vita, per raggiungerlo sulla riva della vita. Quando ritrovo il Risorto e con Lui la Risurrezione, la morte non c’è più! La mia vita si ripopola di tutti quelli e di tutte quelle che ho amato e che Lui ha chiamato alla sua riva. E sono vivissimi! Quando Dio me ne fa il dono, vivo con tutti loro in grande esultanza: dai miei genitori fino al bambino che ieri il Signore ha chiamato da una regime di passione troppo severo. E allora siamo tutti insieme. Non è come l’andar via della persona amata. Quello, come vedo anche in lei, è drammatica esperienza di morte. Ma la comunione con tutti quelli che sono già nel giardino del Signore, è una grande vicenda di vita. Glielo dice uno che di fede ne ha poca. Pochissima. Ma quanto basta per dirle che nello strazio mortale della scomparsa della sua donna amata, tutto piano piano si illuminerà. E la separazione che oggi è morte, diventerà anche per lei nuovo incontro di vita. D’amore. Buona Domenica a lei e a tutti.
Giovanni della Dozza.
Domenica 14 giugno 2015.