14 Entrato nella casa di Pietro, Gesù vide la suocera di lui che era a letto con la febbre. 15 Le toccò la mano e la febbre la lasciò; poi ella si alzò e lo serviva.
2 Commenti
Giovanni Nicolini
il 13 Giugno 2015 alle 12:57
Mi sembra importante cogliere la Parola di oggi in grande connessione con quella che ci è stata donata dall’inizio del cap.8 e con quella che, se Dio vorrà, ascolteremo nei prossimi giorni. Dunque, dopo il miracolo operato per purificare il lebbroso e dopo quello donato allo straniero pagano, ora il miracolo per questa donna. Il testo di Matteo sembra voler sottolineare la relazione profonda tra Gesù e lei: i testi paralleli di Marco 1,29-31 e di Luca 4,38-39 colgono la presenza e l’intervento dei discepoli, mentre qui è Lui stesso che la vede. “Le toccò la mano” (ver.15). E infine il particolare prezioso: “si alzò e lo serviva”. Serviva Lui.
Dunque, dopo il lebbroso e lo straniero, la donna. Può essere di qualche rilievo anche il suo essere la suocera di Pietro? Come Gesù ha toccato il lebbroso (cosa proibita!) ora tocca la mano della donna. La febbre la lascia, come fu purificata la lebbra del lebbroso e come il servo del centurione fu guarito. Ma qui l’evento viene descritto con un verbo di risurrezione, reso in italiano con “si alzò”. E infine quel “servire Gesù” che abbiamo già trovato in Mt.4,11 per dire della diaconìa degli angeli dopo le tentazioni demoniache, e che si troverà in Mt.27,55, attribuito a molte donne che “avevano seguito Gesù dalla Galilea per servirlo”! Una diaconìa femminile!
Dio ti benedica. E tu benedicimi. Tuo. Giovanni.
Roberto
il 13 Giugno 2015 alle 13:57
Un episodio piccolo ma quanto ricco di significati! Intanto, Gesù “vede” la suocera malata e noi sappiamo che questo vedere si rinnova per tutti coloro che sono nel bisogno, quindi per ognuno di noi. Poi prende l’iniziativa: nessuno gli chiede di intervenire, ma lui lo fa. Tocca la mano della donna: così facendo cade in stato di impurità; ma questo non è più un problema né per Gesù né per i suoi discepoli. – La donna si alza, riprende vita e si mette a servirlo. Questo servizio rivela tutta la grandezza di questo essere umiliato e sfruttato per millenni, che è la donna. Come mai Gesù, venuto non per essere servito ma per servire, accetta il servizio di questa e di altre donne? Per Matteo, Gesù è “Dio con noi”; servire Gesù equivale a servire Dio; la donna è così equiparata a quei sette angeli, gli “angeli del servizio”, che stanno alla presenza di Dio per servirlo. La più umiliata è scelta per la funzione più alta e più bella (così spiega p. Maggi).
Mi sembra importante cogliere la Parola di oggi in grande connessione con quella che ci è stata donata dall’inizio del cap.8 e con quella che, se Dio vorrà, ascolteremo nei prossimi giorni. Dunque, dopo il miracolo operato per purificare il lebbroso e dopo quello donato allo straniero pagano, ora il miracolo per questa donna. Il testo di Matteo sembra voler sottolineare la relazione profonda tra Gesù e lei: i testi paralleli di Marco 1,29-31 e di Luca 4,38-39 colgono la presenza e l’intervento dei discepoli, mentre qui è Lui stesso che la vede. “Le toccò la mano” (ver.15). E infine il particolare prezioso: “si alzò e lo serviva”. Serviva Lui.
Dunque, dopo il lebbroso e lo straniero, la donna. Può essere di qualche rilievo anche il suo essere la suocera di Pietro? Come Gesù ha toccato il lebbroso (cosa proibita!) ora tocca la mano della donna. La febbre la lascia, come fu purificata la lebbra del lebbroso e come il servo del centurione fu guarito. Ma qui l’evento viene descritto con un verbo di risurrezione, reso in italiano con “si alzò”. E infine quel “servire Gesù” che abbiamo già trovato in Mt.4,11 per dire della diaconìa degli angeli dopo le tentazioni demoniache, e che si troverà in Mt.27,55, attribuito a molte donne che “avevano seguito Gesù dalla Galilea per servirlo”! Una diaconìa femminile!
Dio ti benedica. E tu benedicimi. Tuo. Giovanni.
Un episodio piccolo ma quanto ricco di significati! Intanto, Gesù “vede” la suocera malata e noi sappiamo che questo vedere si rinnova per tutti coloro che sono nel bisogno, quindi per ognuno di noi. Poi prende l’iniziativa: nessuno gli chiede di intervenire, ma lui lo fa. Tocca la mano della donna: così facendo cade in stato di impurità; ma questo non è più un problema né per Gesù né per i suoi discepoli. – La donna si alza, riprende vita e si mette a servirlo. Questo servizio rivela tutta la grandezza di questo essere umiliato e sfruttato per millenni, che è la donna. Come mai Gesù, venuto non per essere servito ma per servire, accetta il servizio di questa e di altre donne? Per Matteo, Gesù è “Dio con noi”; servire Gesù equivale a servire Dio; la donna è così equiparata a quei sette angeli, gli “angeli del servizio”, che stanno alla presenza di Dio per servirlo. La più umiliata è scelta per la funzione più alta e più bella (così spiega p. Maggi).