38 Allora alcuni scribi e farisei gli dissero: «Maestro, da te vogliamo vedere un segno». 39 Ed egli rispose loro: «Una generazione malvagia e adultera pretende un segno! Ma non le sarà dato alcun segno, se non il segno di Giona il profeta. 40 Come infatti Giona rimase tre giorni e tre notti nel ventre del pesce, così il Figlio dell’uomo resterà tre giorni e tre notti nel cuore della terra. 41 Nel giorno del giudizio, quelli di Ninive si alzeranno contro questa generazione e la condanneranno, perché essi alla predicazione di Giona si convertirono. Ed ecco, qui vi è uno più grande di Giona! 42 Nel giorno del giudizio, la regina del Sud si alzerà contro questa generazione e la condannerà, perché ella venne dagli estremi confini della terra per ascoltare la sapienza di Salomone. Ed ecco, qui vi è uno più grande di Salomone!

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La richiesta degli scribi e dei farisei sembra porsi all’opposto di quello che Gesù annunciava nei versetti precedenti dove la nostra attenzione era convocata verso il “segreto” di ogni possibile buon frutto, verso la bontà dell’albero. I frutti buoni o non buoni saranno appunto il “segno” della realtà interiore di ognuno. Il suo “segreto”, appunto. Si tratta in ogni modo, da parte degli scribi e dei farisei, di un livello del discorso che non cerca la pienezza del dono di Dio, ma le “garanzie” per credere e per fidarsi. Noi però abbiamo ormai capito che il rapporto con il Signore è un rapporto di comunione d’amore, un volgersi a Lui come Lui si è volto a noi. Per questo mi sembra che anche l’accusa di Gesù – “una generazione malvagia e adultera” – faccia riferimento al volto nuziale della relazione con Lui. Il testo parallelo di Marco 8,12 riferisce una reazione dura e diretta di Gesù: a questa generazione non sarà dato alcun segno!
E Matteo si pone nella stessa direzione, perchè i “segni” che Egli cita nel nostro brano sono ben lontani dall’essere “prove” per rassicurare e convincere gli interlocutori, ma anzi sono elementi che accrescono lo “scandalo” del Vangelo di Gesù. Il “segno” di Giona citato dal Signore al ver.40 dal testo profetico (Giona 2,1) è quello del pesce che ha divorato il profeta e lo tiene nella pancia per tre giorni. E Gesù spiega che questo si compirà per Lui con la sua morte e il suo rimanere “nel cuore della terra” tre giorni e tre notti. Per noi è importante il richiamo del Signore alla centralità della sua Pasqua! E’ la sua morte-risurrezione a illuminare tutto quello che Gesù ha detto e ha fatto, perchè rivella tutto come l’amore di Gesù per l’umanità fino al dono della sua vita.
Accanto al “segno” scandaloso e meraviglioso della sua Pasqua d’Amore, Gesù cita altri due elementi forti della sua presenza tra noi. Al ver.41, la sua predicazione! I niniviti si sono convertiti subito, al primo giorno, alla predicazione di Giona.Per questo si alzeranno come giudizio nei confronti della generazione che non ha accolto la predicazione di Gesù. Predicazione di cui quella di Giona è solo profezia: “..qui vi è uno più grande di Giona!”
Al ver.42 Gesù ricorda il grande viaggio compiuto dalla regina di Saba (1Re10,1-13), per ascoltare e ammirare la sapienza del re Salomone. “Ed ecco, qui vi è uno più grande di Salomone”.
Noi siamo grati al Signore che con la sua Parola oggi convoca la nostra attenzione su questi tre elementi portanti della nostra fede: la sua Pasqua, la sua predicazione e la sua sapienza, cioè verso la sua Pasqua che è il cuore della sua missione di salvezza, la sua predicazione, che è il dono supremo della sua Parola come illluminazione e compimento delle Scritture e proclamazione del del Regno messianico, e la sua sapienza, che è la sua guida nelle vicende, nelle ferite e nel gemito della storia, dove tutto e tutti vengono visitati dal Vangelo che vuole la salvezza di tutti.
Dio ti benedica. E tu benedicimi. Tuo. Giovanni.
La risposta dei farisei e degli scribi a Gesù sembra essere una reazione alle parole udite e nello stesso tempo una richiesta che confermi la fede che non hanno: Chiamano Gesù ‘Maestro’ ma dicono anche ‘vogliamo’ accampando quasi un diritto nei suoi confronti.
Questo ‘ segno di Giona’ ritornerà anche al cap 16 ed è già annuncio della Passione, morte e resurrezione del Signore e in questo senso parallelo al ‘segno ‘ del Tempio distrutto e fatto risorgere in tre giorni , di cui Gesù parla al cap II del vangelo secondo Giovanni. Il riferimento al ‘cuore della terra’ richiama anche la discesa agli Inferi ( I Pt 3,19).
Il ‘ segno dal cielo’ è già stato dato al momento del battesimo di Gesù, i ‘segni sulla terra’ , i miracoli compiuti sono visibili a tutti, il ‘segno’ massimo è la sua obbedienza fino alla morte in virtù della quale Gesù riceve il potere su tutte le cose, quelle del cielo, quelle della terra e quelle sotto terra ( cfr Fil 2,1-11) La generazione cattiva e adultera è la generazione’ mondana’ che , allontanandosi dallo Sposo, ha infranto il patto nuziale con cui Dio aveva legato a se’ il suo popolo e saranno le genti ad accusarla, in quanto convertite a quella fede che ‘giudica il mondo’ (cfr Eb 11, 7-8)
I Niniviti e la Regina del sud hanno cercato e accolto la Sapienza del profeta e del re Salomone, la Sapienza sposa ( cfr Sap 8,1-2) che ora è presente in pienezza in Gesù che è ben più di Giona e di Salomone.
In particolare la regina di Saba ( cfr I Re 10) è venuta da lontano ad ‘ascoltare’ la sapienza, di cui aveva sentito parlare. Ricordiamo il Battista che dal carcere aveva udito delle opere di Gesù e aveva mandato a chiedere se fosse Lui l’Atteso. Si conferma l’importanza dell’umile ascolto come fonte e fondamento della fede.