26 Non abbiate dunque paura di loro, poiché nulla vi è di nascosto che non sarà svelato né di segreto che non sarà conosciuto. 27 Quello che io vi dico nelle tenebre voi ditelo nella luce, e quello che ascoltate all’orecchio voi annunciatelo dalle terrazze. 28 E non abbiate paura di quelli che uccidono il corpo, ma non hanno potere di uccidere l’anima; abbiate paura piuttosto di colui che ha il potere di far perire nella Geènna e l’anima e il corpo. 29 Due passeri non si vendono forse per un soldo? Eppure nemmeno uno di essi cadrà a terra senza il volere del Padre vostro. 30 Perfino i capelli del vostro capo sono tutti contati. 31 Non abbiate dunque paura: voi valete più di molti passeri!
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La grande avventura del viaggio della Parola di Dio sino ai confini della terra e verso il cuore di ogni uomo e di ogni donna di tutte le generazioni ha già messo in evidenzao la sproporzione tra la grandiosità universale del progetto e la piccolezza della via scelta da Dio, e cioè l’annuncio evangelico affidato ai discepoli. Ora Gesù introduce un elemento di assoluto rilievo nella fede e nella prassi della comunità messianica: la paura! In pochi versetti per ben quattro volte la paura è citata. Per le grandi imprese storiche occorronno grandi mezzi, e là dove bisogna affrontare anche l’opposizione e l’inimicizia, è logico pensare come potersi difendere e quindi eventualmente colpire. Tutto questo è già nella piena consapevolezza della Parola di Gesù che sceglie in modo assoluto ed esigente la via mite dell’annuncio e della testimonianza. Qualunque siano le ragioni e i modi del respingimento del Vangelo, l’inimicizia del mondo è inevitabile. Ma il ver.26 ricorda la direzione immutabile dell’annuncio evangelico: “…nulla vi è di nascosto che non sarà svelato nè di segreto che non sarà conosciuto”. La vita cristiana è obbedienza a questo disegno universale di salvezza.
Perciò il ver.27 riafferma questo compito per ogni generazione cristiana. Il contrasto tenebre-luce e orecchio-terrazze non mi sembra indichi solo il passaggio tra “il privato e il pubblico”, ma forse, più profondamente, il valore positivo di ogni esperienza di fede, per cui la Parola ognuno la comunica per come lui stesso l’ha ricevuta e accolta. Ed ecco quindi l’orizzonte in cui si colloca il tema della paura. Non bisogna aver paura delle opposizioni, perchè quello che sta avvenendo è il compiersi del piano della salvezza divina (ver.26). Un progetto quindi inarrestabile.
E qual’è il grande antidoto alla paura? E’ il timore di Dio! Proprio per poterci capire introduco quindi una distinzione tra “paura” e “timore”. E lo faccio per appellarmi ad un tema fondamentale della fede e della pietà ebraico-cristiana, appunto quello del “timor di Dio”, che non può confondersi con la “paura”, di cui è se mai l’opposizione e il superamento. La tensione stabilita al ver.28 tra “la paura di quelli che uccidono il corpo” e “la paura di colui che ha il potere di far perire nella Geenna e l’anima e il corpo” mi sembra illumini perfettamente la diversità radicale tra “la paura” e appunto “il timore di Dio”. Chi si custodisce nel dono del timor di Dio è in grado di affrontare e dominare ogni paura. Il timore di Dio non è infatti la paura di Lui, ma innnanzi tutto la consapevolezza di vivere alla sua presenza e nella sua protezione d’amore. Quando Gesù parla dell’anima, fa riferimento appunto a questa vita nostra in relazione con Dio. Questa “anima” nessuna violenza umana può annientarla. Per questo siamo chiamati a superare ogni paura nel timore di “Colui che ha il potere di far perire nella Geenna e l’anima e il corpo”. Più ci lasciamo avvolgere e condurre da questo “timore di Dio” e del suo giudizio, più possiamo affrontare senza paura anche le contraddizioni più violente.
Gli esempi suggestivi dei vers.29-31 vogliono confermarci nella serena certezza che la nostra vita è nelle mani di Dio e che nessuno e nulla può annientarla.
Dio ti benedica. E tu benedicimi. Tuo. Giovanni.
v. 29 “Due passeri non si vendono forse per un soldo? Eppure neanche uno di essi cadrà a terra senza che il Padre vostro lo voglia.”
Mat 12:12: “Ora, quanto è più prezioso un uomo di una pecora!”.
Agli occhi di Dio, Padre nostro che è nei cieli, è preziosissimo ogni uomo, come suo figlio.