17 Proprio Erode, infatti, aveva mandato ad arrestare Giovanni e lo aveva messo in prigione a causa di Erodìade, moglie di suo fratello Filippo, perché l’aveva sposata. 18 Giovanni infatti diceva a Erode: «Non ti è lecito tenere con te la moglie di tuo fratello». 19 Per questo Erodìade lo odiava e voleva farlo uccidere, ma non poteva, 20 perché Erode temeva Giovanni, sapendolo uomo giusto e santo, e vigilava su di lui; nell’ascoltarlo restava molto perplesso, tuttavia lo ascoltava volentieri.
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lectio 2008:
http://lectioquotidiana.blogspot.com/2008/07/mc-617-29.html
Il problema di ordine morale che induce Giovanni a rimproverare il legame tra Erodiade ed Erode è più vasto e profondo di quella che si potrebbe pensare l’infrazione di un comandamento. Ogni aspetto della vita nuziale è prezioso e delicato per la fede di Israele, perchè è il segno e l’immagine profonda della comunione nuziale tra Dio e il suo popolo. In questo senso si può dire che la veglia e la custodia del mistero nuziale qualifica compiutamente il ministero profetico in Israele e il livello più profondo dell’osservanza della Legge. Tutto questo si compirà nella persona e nell’opera di Gesù, Sposo di sangue che muore per dare la vita alla Sposa. Ancora una volta possiamo vedere come Giovanni sia veramente il Precursore del Signore.
E Marco custodisce, unico tra gli evangelisti, questa memoria particolarmente delicata e importante circa l’atteggiamento e il sentimento di Erode verso il Battista. E’ molto interessante il doppio livello dei pensieri e degli avvenimenti. Erode “aveva mandato ad arrestare Giovanni e lo aveva messo in prigione a causa di Erodiade”(ver.17), ma, più profondamente, “temeva Giovanni”(ver.20). Questo timore sembra vicino allo stesso “timor di Dio”, anche se in una persona come Erode si può pensare anche a superstizioni e a paure connesse con poteri magici e con fantasie leggendarie. Di fatto il testo ci chiede di prendere atto sia di un giudizio illuminato da parte di Erode – lo sapeva “uomo giusto e santo” – che lo portava a “vigilare” su di lui, dove questa vigilaznza è espressa con un verbo di significato positivo e benevolo. Sia di un suo atteggiamento profondo verso il Battista: “..nell’ascoltarlo restava molto perplesso, tuttavia lo ascoltava volentieri”. Sembra una disposizione interiore non lontana, e anche più profonda, dai pensieri e dai sentimenti di Pilato davanti a Gesù.
Questo non solo non attenua, ma anzi drammatizza ancor più quello che poi Erode “dovrà” fare per le regole banali e violente del potere mondano. Anche in questo, secondo logiche del tutto simili a quelle che indurranno Pilato ad abbandonare Gesù alla violenza della folla ingannata. Drammi del potere che utilmente dissipano le illusioni di ogni armonia tra Dio e Cesare.
Dio ti benedica. E tu benedicimi. Tuo. Giovanni.