15 Giunsero a Gerusalemme. Entrato nel tempio, si mise a scacciare quelli che vendevano e quelli che compravano nel tempio; rovesciò i tavoli dei cambiamonete e le sedie dei venditori di colombe 16 e non permetteva che si trasportassero cose attraverso il tempio. 17 E insegnava loro dicendo: «Non sta forse scritto:
La mia casa sarà chiamata casa di preghiera per tutte le nazioni?
Voi invece ne avete fatto un covo di ladri».
18 Lo udirono i capi dei sacerdoti e gli scribi e cercavano il modo di farlo morire. Avevano infatti paura di lui, perché tutta la folla era stupita del suo insegnamento. 19 Quando venne la sera, uscirono fuori dalla città.
Seleziona Pagina
Mi sembra che la successione tra l’episodio del fico senza frutti e la cacciata dei venditori nel tempio, confermi il carattere simbolico di entrambi gli episodi: siamo alla fine di un’economia che con i suoi limiti, ma anche con le sue gravi deviazioni, come forse vuol dirci la Parola di oggi, oramai deve lasciare il passo al suo stesso compimento che si attua nella Persona e nell’opera del Figlio di Dio, Gesù di Nazaret. Senza questa motivazione profonda non si potrebbe comprendere fino in fondo il gesto di Gesù.
Che ci fossero luoghi e persone dove si potessero comperare gli animali destinati al sacrificio era previsto. Qui allora possiamo cogliere due motivi profondi del gesto di Gesù. Da una parte Egli percorre la strada di purificazione profonda dei profeti di Israele, che sempre sono intervenuti per condannare un culto che non rispecchiava lo stato d’animo e l’intenzione dell’offerente. E in questo senso è perfettamente comprensibile la citazione di Isaia 56 che qualifica tutto ciò come un latrocinio.
Ma c’è anche il volto positivo e nuovo di questo gesto! Ed è la proclamazione del nuovo culto che svela Gesù – o meglio svelerà – come Colui nel quale si incontrano e si fondono l’offerente e l’offerta. La Pasqua sarà infatti la pienezza del dono di Dio che regala all’umanità il vero culto gradito a Dio: l’offerta d’amore! In essa appunto Gesù offre Se stesso, e apre a Israele e a tutte le nazioni – Egli, citando Isaia, chiama il Tempio “casa di preghiera per tutte le nazioni” – il nuovo culto che celebra la comunione nuziale tra Dio e la sua creatura amata e perduta, ma ora finalmente ritrovata e portata alla pienezza della relazione con Dio. E’ il dono della vita umana consacrata all’Amore.
Dio ti benedica. E tu benedicimi. Tuo. Giovanni.