46 E giunsero a Gerico. Mentre partiva da Gerico insieme ai suoi discepoli e a molta folla, il figlio di Timeo, Bartimeo, che era cieco, sedeva lungo la strada a mendicare. 47 Sentendo che era Gesù Nazareno, cominciò a gridare e a dire: «Figlio di Davide, Gesù, abbi pietà di me!». 48 Molti lo rimproveravano perché tacesse, ma egli gridava ancora più forte: «Figlio di Davide, abbi pietà di me!». 49 Gesù si fermò e disse: «Chiamatelo!». Chiamarono il cieco, dicendogli: «Coraggio! Àlzati, ti chiama!». 50 Egli, gettato via il suo mantello, balzò in piedi e venne da Gesù. 51Allora Gesù gli disse: «Che cosa vuoi che io faccia per te?». E il cieco gli rispose: «Rabbunì, che io veda di nuovo!». 52 E Gesù gli disse: «Va’, la tua fede ti ha salvato». E subito vide di nuovo e lo seguiva lungo la strada.

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Arriviamo oggi all’ultimo dei grandi incontri di Gesù, che il cap.10 ci ha offerto. Da Gerico Gesù salirà a Gerusalemme per la sua ultima grande Pasqua. Dall’immagine nuziale ai bambini, dall’uomo troppo ricco ai discepoli che l’hanno seguito, alla richiesta di Giacomo e di Giovanni, fino a questo incontro con il mendicante cieco seduto lungo la strada che conduce a Gerusalemme, ci è stata regalata l’immagine viva della comunione che Gesù vuole stabilire con ciascuno e con tutti. Il nostro testo sembra voler intrecciare l’episodio di questo miracolo con la sua potenza simbolica. In quel cieco mendicante c’è in qualche modo la vicenda di ognuno che viene chiamato dal Signore per seguirlo. In particolare in questo cieco sembra di vedere la vicenda stessa di Israele, che finalmente incontra la luce del Messia e lo segue nella pienezza e nel compimento della profezia.
La figura di Bartimeo è molto interessante: da una parte è un povero cieco mendicante, ma dall’altra esprime tutta la forza dell’attesa e della speranza. Come per i bambini che abbiamo incontrato in Mc.10,13-16, anche qui interviene l’ostacolo di chi vede nella piccolezza e nella povertà un impedimento e in ogni modo un “disturbo” al cammino di Gesù. Ma Bartimeo grida ancora più forte invocando la salvezza da parte di Gesù che egli riconosce – pur essendo cieco! – come “il Figlio di Davide”, secondo l’appellativo con il quale veniva chiamato il Messia . E Gesù, mirabilmente, si ferma! In questo modo, mentre si piega sulla vicenda del mendicante, implicitamente rimprovera l’atteggiamento di chi vi poneva ostacolo. Sembra si tratti di quelli stessi che ora, obbedendo a Gesù, lo chiamano: una specie di “miracolo” anche per i loro occhi. E sono loro adesso ad incoraggiare il mendicante.
E’ interessante il particolare che il solo Marco coglie rispetto agli altri tre evangelisti: mentre balza in piedi per accostarsi al Signore, Bartimeo getta via il suo mantello. Spesso nella bibbia il mantello è indicato come abito tipico dei profeti. Dunque questo povero uomo può forse rappresentare la lunga gloriosa vicenda della profezia di Israele e la straordinaria e paziente avventura dei profeti che hanno tenuta accesa la luce della speranza del Messia. Un’immagine di povertà, di buio, e nello stesso tempo di attesa fedele: è l’ikona potente della bellezza del Popolo della Prima Alleanza e della sua attesa del Salvatore del mondo. Ma ormai il Messia è venuto ed è presente. Il mantello viene gettato via perché il profeta si fa discepolo di Gesù. Per questo, al ver.52, lo vediamo mentre “seguiva Gesù lungo la strada”. Gesù gli dice “va’”(ver.52), ma quell’uomo non può ormai che seguirlo, perché la strada dell’attesa ora è diventata la strada per unirsi alla Pasqua del Salvatore.
Ho un’obiezione per come la versione italiana rende con “vedere di nuovo” il verbo del testo originale. Questo verbo, come primo suo significato ha quello di “guardare in alto, alzare lo sguardo”, e come secondo significato quello di “vederci di nuovo”. Io preferisco pensare, anche in riferimento al grande testo di Giovanni 9 che vi consiglio vivamente di considerare, che quest’uomo non ci avesse mai visto, ma che, illuminato solo dalla fede e dalla speranza, abbia atteso e infine incontrato in Gesù la Luce della sua vita.
Dio ti benedica. E tu benedicimi. Tuo. Giovanni.