14 Allora gli si avvicinarono i discepoli di Giovanni e gli dissero: «Perché noi e i farisei digiuniamo molte volte, mentre i tuoi discepoli non digiunano?». 15 E Gesù disse loro: «Possono forse gli invitati a nozze essere in lutto finché lo sposo è con loro? Ma verranno giorni quando lo sposo sarà loro tolto, e allora digiuneranno. 16 Nessuno mette un pezzo di stoffa grezza su un vestito vecchio, perché il rattoppo porta via qualcosa dal vestito e lo strappo diventa peggiore. 17 Né si versa vino nuovo in otri vecchi, altrimenti si spaccano gli otri e il vino si spande e gli otri vanno perduti. Ma si versa vino nuovo in otri nuovi, e così l’uno e gli altri si conservano».
Matteo 9,14-17

Siamo al terzo quadro del trittico (così dicono gli esperti). Nel primo quadro, la chiamata di Matteo. Al centro – il quadro più importante – la mensa con pubblicani e peccatori. Nel terzo, la questione del digiuno. Gesù non esprime un giudizio se sia bene digiunare o no, ma spiega che non è il momento di farlo: è l’ora delle nozze; è presente lo Sposo, che è lui stesso; siamo in clima di festa e di allegria! Gli invitati a nozze (alla lettera, i figli della sala di nozze, gli amici intimi) sono messi a parte della gioia, della felicità dello Sposo. Un clima gioioso, festoso, che dovrebbe caratterizzare anche la nostra vita di credenti. – Le immagini della stoffa e del vino ci danno un altro messaggio decisivo: vecchio e nuovo non possono convivere! Non rimaniamo ancorati al passato, ad abitudini e tradizioni religiose che oscurano la sorprendente novità di Gesù e del suo Vangelo. E’ affascinante impegnarsi perché questa novità emerga oggi e si manifesti agli uomini.