9 Andando via di là, Gesù vide un uomo, chiamato Matteo, seduto al banco delle imposte, e gli disse: «Seguimi». Ed egli si alzò e lo seguì. 10 Mentre sedeva a tavola nella casa, sopraggiunsero molti pubblicani e peccatori e se ne stavano a tavola con Gesù e con i suoi discepoli. 11 Vedendo ciò, i farisei dicevano ai suoi discepoli: «Come mai il vostro maestro mangia insieme ai pubblicani e ai peccatori?». 12 Udito questo, disse: «Non sono i sani che hanno bisogno del medico, ma i malati. 13 Andate a imparare che cosa vuol dire: Misericordia io voglio e non sacrifici. Io non sono venuto infatti a chiamare i giusti, ma i peccatori».
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Fa meraviglia come tutto si svolga con decisione, senza indugi, senza obiezioni: “Seguimi”, ed egli (Matteo) “si alzò e lo seguì”. Per noi, un invito ad accantonare dubbi e incertezze nella sequela del Signore. – Il chiamato è “un uomo, chiamato Matteo”: Gesù vede l’uomo, la persona, non il “pubblicano”, ladro per mestiere e collaborazionista dei dominatori stranieri. Su questo scomunicato si riversa l’amore di Dio, il “dono di Dio” come suggerisce il suo nome. Ed ecco che si mettono a tavola: un pranzo con pubblicani e peccatori, una cosa inaudita, proibita dalle norme vigenti. E’ il momento della comunione piena di Gesù con queste persone poco religiose ma pronte ad accogliere l’invito, la chiamata. – Nel dialogo con i contrariati farisei Gesù cita quelle stupende parole che ancora – forse – non abbiamo fatto nostre: “Misericordia io voglio e non sacrifici”. Come per i farisei, così anche per noi c’è ancora una possibilità: “Andate a imparare” cosa significano quelle parole del profeta, anzi di Dio.
Per la precarietà delle comunicazioni dal luogo dove mi trovo, spedisco insieme i testi e i commenti di due giorni. I vers.1-8 ci annunciano il miracolo della guarigione del paralitico. Dopo la visita nella terra dei Gadareni, Gesù ritorna a Cafarnao su una barca. Gli viene portato un paralitico disteso su un letto.
Al ver.3 il miracolo della guarigione ha il suo inizio perché Gesù “vede la fede” di coloro che lo hanno portato da Lui.
Egli dice al paralitico: “Coraggio, figlio, ti sono perdonati i peccati”.
Questo non è però quello che sembrava si chiedesse.
In realtà è molto di più!!
E’ la vita nuova per quest’uomo che, notate bene, viene al ver.2 chiamato “figlio”!
Ma alcuni scribi presenti all’evento esprimono il loro giudizio negativo in quanto, per la fede ebraica, solo Dio può salvare e liberare dal peccato e dal male. Ed è per questo motivo che questi scribi reagiscono negativamente alla Parola detta da Gesù, e affermano: “Costui bestemmia” (ver.3).
Ma è proprio questa osservazione negativa ad aprire a strada alla piena rivelazione di quanto sta accadendo!
Infatti, il miracolo della guarigione dell’uomo paralitico diventa “il segno” della sua salvezza!
Gesù afferma e compie il “segno”, cioè il miracolo, che è ben più piccolo del miracolo della salvezza di quest’uomo!
E’ infatti più facile dirgli “alzati e cammina” rispetto a quello che Gesù gli ha già detto: “Ti sono perdonati i peccati”!
Ora l’uomo sanato può tornare salvato a casa sua!
In luoghi e circostanze diverse avviene subito dopo un altro episodio di salvezza e di vita nuova.
Si tratta della vicenda del leviatano Matteo che Gesù vede “seduto al banco delle imposte” (ver.9) e dunque in una condizione di vita lontana e nemica della fede in quanto dedita all’inganno e allo sfruttamento.
Gesù gli dice semplicemente la Parola che noi ormai conosciamo come l’inizio della vita di ogni discepolo: “Seguimi”.
La vita del pubblicano Matteo è radicalmente sanata e illuminata: “Ed egli si alzò e lo seguì” (ver.9)!
I testi paralleli di Marco 2 e di Luca 5 descrivono più esplicitamente l’ingresso del Signore nella casa di Matteo ora suo discepolo!
Data la vita passata di Matteo, alla mensa della sua casa ci sono con Gesù “molti pubblicani e peccatori” (ver.10).
Ma anche qui ci sono oppositori, questa volta farisei, che rivolgono ai discepoli di Gesù una domanda polemica: “Come mai il vostro maestro mangia insieme ai pubblicani e ai peccatori?” (ver11).
Come alla vicenda del paralitico facevano obiezione gli scribi, ora gli obiettori sono i farisei!
E’ importante che teniamo conto di questa “obiezione” in nome della legalità e della giustizia che accompagna tutta l’opera salvifica di Gesù!
E qui Egli risponde donandoci una “notizia”, una “buona notizia”, veramente “un vangelo” per molti motivi ancora di rilievo importantissimo anche ai nostri giorni, che mi piace di riportare semplicemente qui per intero: “Non sono i sani che hanno bisogno del medico, ma i malati. Andate a imparare che cosa vuol dire: “Misericordia io voglio e non sacrifici” “Io non sono venuto infatti a chiamare i giusti, ma i peccatori”.
Meraviglia!! Il Signore, il Figlio di Dio, è venuto per la salvezza di noi peccatori!
Dio ti benedica. E tu benedicimi. Tuo. Giovanni.