24 Perciò chiunque ascolta queste mie parole e le mette in pratica, sarà simile a un uomo saggio, che ha costruito la sua casa sulla roccia. 25 Cadde la pioggia, strariparono i fiumi, soffiarono i venti e si abbatterono su quella casa, ma essa non cadde, perché era fondata sulla roccia. 26 Chiunque ascolta queste mie parole e non le mette in pratica, sarà simile a un uomo stolto, che ha costruito la sua casa sulla sabbia. 27 Cadde la pioggia, strariparono i fiumi, soffiarono i venti e si abbatterono su quella casa, ed essa cadde e la sua rovina fu grande». 28 Quando Gesù ebbe terminato questi discorsi, le folle erano stupite del suo insegnamento: 29 egli infatti insegnava loro come uno che ha autorità, e non come i loro scribi.
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La conclusione del Discorso della Montagna è dominato dal verbo che il traduttore italiano ha reso con il “mettere in pratica”, che nel testo originale è il verbo “fare”.
E’ Dio che ha creato tutto, ed è Lui che ha fatto!
Creare e fare sono molto legati tra loro.
La creatura umana è chiamata e assunta da Dio in questo “fare”.
Questo “fare” che abbiamo detto essere in Dio intimamente connesso con il “creare”, nell’uomo è assolutamente connesso con l’ “ascoltare”!
Il “fare” della creatura umana è la pienezza del suo ascoltare: questo è il divino prezioso sigillo che oggi Dio pone su tutto il suo insegnamento del Discorso della Montagna!
”Fare” è dunque la pienezza dell’ascolto! Anche oggi, se qualcuno va a Messa, ascolterà “Fate questo in memoria di me”, dove questa “memoria” è pienezza di presenza e di azione del Signore con noi e per noi!
Il paragone proposto dal nostro brano è particolarmente interessante! Ci potremmo aspettare quello che è sempre presente nella Parola di Dio, e cioè che un fare senza aver ascoltato è destinato alla rovina. Qui, invece la rovina è presentata come un ascolto non seguito e compiuto nel fare!
E’ quello che troviamo anche nell’italiano popolaresco, ma anche non popolaresco, quando si dice “non mi ascoltano” o “ascoltatemi!”, dove il significato del termine è riferito proprio al fare! Se uno ascolta, ma non fa quello che ha ascoltato, vanifica il suo ascolto. “Ascoltare” è infatti del tutto vicino al fare!
Dio ti benedica. E tu benedicimi. Tuo. Giovanni.
Con un’ultima bella immagine si conclude il discorso della montagna: la casa sulla roccia. La casa è simbolo, espressione sintetica dell’uomo, della sua vita. Siamo noi, quindi, quella casa, quella vita che può fondarsi e costruirsi sulla solida roccia della Parola di Dio o sulle sabbie mobili dell’incertezza, dell’inascolto, del poco fare. “Ascoltare e fare”, un tutt’uno, come spiega il commento di Giovanni. – Alla fine di “queste parole” di Gesù, guardiamo stupiti – come le folle di allora – il nostro Maestro per le straordinarie cose che ci ha detto, dalle Beatitudini a tutto il resto: ci ha manifestato il vero volto di Dio, nostro Padre, ben diverso dal dio delle religioni e delle filosofie, e ci ha aperto la strada per entrare nel suo Regno.