21 Non chiunque mi dice: “Signore, Signore”, entrerà nel regno dei cieli, ma colui che fa la volontà del Padre mio che è nei cieli. 22 In quel giorno molti mi diranno: “Signore, Signore, non abbiamo forse profetato nel tuo nome? E nel tuo nome non abbiamo forse scacciato demòni? E nel tuo nome non abbiamo forse compiuto molti prodigi?”. 23 Ma allora io dichiarerò loro: “Non vi ho mai conosciuti. Allontanatevi da me, voi che operate l’iniquità!”.
Matteo 7,21-23

Quel dire “Signore, Signore” (ver.21) forse fa riferimento alla tipicità delle “religioni” spesso caratterizzate da queste forme devozionali.
Gesù sembra volervi contrapporre la verità e la novità profonda della Fede!
Ci siamo forse accorti in questi mesi come appunto l’ebraismo-cristianesimo si presenti nella sua autenticità con una sostanza e una profondità che noi chiamiamo “fede”, in certo modo contrapponendola alle manifestazioni religiose, che tendono a proporre gesti, formule, atti e devozioni tendenti a “conquistare” se non addirittura a “costringere” la divinità ad eseguire quello che noi chiediamo.
La fede, invece, è dono di comunione da parte di Dio!
Dono della comunione con Dio.
Non metodi e gesti per condurre Dio ad obbedirci, ma, al contrario, dono che ci porta all’accoglienza piena e profonda della sua realtà e della sua volontà!
Mi sono un po’ dilungato, perché mi sembra che il passaggio che oggi il Signore ci dona, verso il finire del “Discorso della Montagna” (Matteo capitoli 5.6.7.) tenda a sottolineare il cuore della fede evidenziando la distanza tra la fede e appunto la religione e le religiosità.
Proviamo a riflettere, e se mai chiedetemi se in qualche modo possiamo aiutarci in questo passaggio decisivo della nostra fede!
Il ver.22 esprime proprio, e in modo “raffinato”, la potenza e la pretesa della religione! La religione tende a realizzarsi come possibilità nostra di divinizzarci!
E in ogni modo vanta la nostra “crescita” verso Dio!
Lo stesso “profetare”, la potenza di cacciare i demoni, e i molti prodigi compiuti, sono eventi di potenza religiosa che dovrebbero quindi trovare l’acconsentimento e il consenso di Dio!
Ma il cuore della nostra fede è invece lo scendere e l’abbassarsi di Dio, nella Persona del suo Figlio Gesù, nella condizione umana, fino alla morte di Croce, per salvare l’intera umanità, raccogliendola nel perdono e nella misericordia divina, facendo di tutta l’umanità l’unica grande famiglia dei figli di Dio!
Gesù, per tutto quello che ci ha annnunciato e insegnato nel Discorso della Montagna, pone Se stesso, e tutti noi con Lui, nella prospettiva opposta che è quella dell’Amore, che è questo comunicarsi, piegarsi e venire a noi nell’intera nostra condizione di lontananza e di morte perchè tutti possiamo “risorgere” alla vita nuova dei figli di Dio!
Dio ti benedica. E tu benedicimi. Tuo. Giovanni.
Accanto o insieme alla parola ci deve essere l’azione. L’invocazione del Signore, la ripetizione del suo nome possono essere una bella preghiera, ma devono essere accompagnate da un fare coerente. “Fare la volontà del Padre”, dice Gesù: sappiamo che essa consiste nella volontà di salvezza per tutti gli uomini, che essi giungano alla “conoscenza della verità”, cioè all’esperienza dell’amore del Padre e del dono del Figlio suo. Così si “entra nel regno dei cieli”, cioè si permette a Dio di estendere il suo “governo”, la sua cura, la sua tenerezza a tutti i suoi figli.