11 Mentre esse erano in cammino, ecco, alcune guardie giunsero in città e annunciarono ai capi dei sacerdoti tutto quanto era accaduto. 12 Questi allora si riunirono con gli anziani e, dopo essersi consultati, diedero una buona somma di denaro ai soldati, 13 dicendo: «Dite così: “I suoi discepoli sono venuti di notte e l’hanno rubato, mentre noi dormivamo”. 14 E se mai la cosa venisse all’orecchio del governatore, noi lo persuaderemo e vi libereremo da ogni preoccupazione». 15 Quelli presero il denaro e fecero secondo le istruzioni ricevute. Così questo racconto si è divulgato fra i Giudei fino ad oggi.
Matteo 28,11-15

Sembra di cogliere, nella Parola che il Signore oggi dona alla nostra preghiera, una specie di “anti-liturgia” rispetto a quello che abbiamo contemplato nel brano precedente, reso presente oggi dalle prime parole del ver.11: “Mentre esse erano in cammino…”. Sono due “direzioni” opposte tra loro: la prima, luminosa e fedele, inaugura la missione evangelica, l’altra intraprende una liturgia di menzogna non priva di potere: “Così questo racconto si è divulgato fra i Giudei fino ad oggi” (ver.15).
Possiamo dunque accogliere la Parola che oggi riceviamo, Parola che solo Matteo ricorda tra gli Evangelisti, come annuncio e avvertimento di ciò che più pericolosamente attenta alla Notizia Buona del Signore Risorto.
Le prime persone che incontriamo sono “i soldati della guardia”, forse meno colpevoli di altri, ma certamente del tutto deboli e fragili! Al ver.11 ascoltiamo come essi “annunciarono ai capi dei sacerdoti tutto quanto era accaduto”: sono testimoni diretti, ma facilmente verranno distolti dalla loro testimonianza. Si collocano in certo modo all’opposto delle donne che si stanno recando dai discepoli con la Buona Notizia del Risorto: è dunque decisivo chi porta questa Buona Notizia.
E qui entra in gioco tutta la potenza negativa del denaro! Così, alla meravigliosa “obbedienza” che potrebbe essere l’annuncio di ciò che è accaduto, e che loro hanno visto, subentra l’ “obbedienza” al denaro che li corrompe: “presero il denaro e fecero secondo le istruzioni ricevute” (ver.15): potenza del denaro che convince alla menzogna strappando dalla verità della storia!
Ma evidentemente ben più colpevoli sono quelli che sanno destreggiare questi elementi della corruzione: sono una “comunità” negativa, pericolosa e potente questi capi che “diedero una buona somma di denaro ai soldati” e li istruiscono sulla menzogna che devono dire!
E sono in grado di rassicurarli anche sulle conseguenze che potrebbero colpirli da parte di Pilato! Perché una “giustizia” formale esiste, ma anch’essa è più debole delle logiche di potere che i capi sono capaci di imporre anche a chi dovrebbe governare: “Noi lo persuaderemo e vi libereremo da ogni preoccupazione” (ver.14)! Questa è veramente la corruzione!
Ed è veramente imbarazzante questo “potere” dei capi dei sacerdoti e degli anziani, un “potere” che non è oggettivamente il primo potere (che è di Pilato, cioè dell’istituzione di potere), ma che vince per la sua possibilità di seduzione nei confronti della folla, come si è visto bene nella folla indotta a chiedere solo e selvaggiamente la crocifissione di Gesù! Così, Pilato viene a rappresentare efficacemente la “debolezza” del potere davanti al potere della seduzione popolare. Ed è quello che i capi e gli anziani hanno sul popolo.
Certo, non si potrà fermare la potenza grande del Vangelo. Tuttavia, è necessario tener conto che la menzogna non si arrende: “Così questo racconto si è divulgato fra i Giudei fino ad oggi” (ver.15).
Dio ti benedica. E tu benedicimi. Tuo. Giovanni.
Capi religiosi e capi politici, guardie: li vediamo qui in azione con quei caratteri negativi, quei tarli, che sono ben noti anche oggi, nelle nostre società moderne: la corruzione, l’inganno, la falsità, il potere del denaro, il dio mammona… Com’è diversa la realtà, l’atmosfera che ci è presentata riguardo alle donne e ai discepoli del Risorto: Non abbiate paura… Rallegratevi… Portate la bella notizia…, Incontriamoci di nuovo, in Galilea… Il messaggio da comunicare agli impauriti discepoli è che la vita è più forte della morte e che di questa vita essi sono chiamati ad essere testimoni e comunicatori. Promotori di vita per l’uomo, e di una vita indistruttibile.