36 Quanto a quel giorno e a quell’ora, nessuno lo sa, né gli angeli del cielo né il Figlio, ma solo il Padre. 37 Come furono i giorni di Noè, così sarà la venuta del Figlio dell’uomo. 38 Infatti, come nei giorni che precedettero il diluvio mangiavano e bevevano, prendevano moglie e prendevano marito, fino al giorno in cui Noè entrò nell’arca, 39 e non si accorsero di nulla finché venne il diluvio e travolse tutti: così sarà anche la venuta del Figlio dell’uomo. 40 Allora due uomini saranno nel campo: uno verrà portato via e l’altro lasciato. 41 Due donne macineranno alla mola: una verrà portata via e l’altra lasciata. 42 Vegliate dunque, perché non sapete in quale giorno il Signore vostro verrà. 43 Cercate di capire questo: se il padrone di casa sapesse a quale ora della notte viene il ladro, veglierebbe e non si lascerebbe scassinare la casa. 44 Perciò anche voi tenetevi pronti perché, nell’ora che non immaginate, viene il Figlio dell’uomo.
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Abbiamo cercato di cogliere il significato del ver.36 pregando ieri su queste parole!
Il paragone con “i giorni di Noè” (vers.37-39)sembrano confermare l’ipotesi di lettura che davamo già al testo precedente: la Parola del Signore ci porta già dentro gli eventi che essa annuncia!!
Niente è più come prima!
E questo al di là delle apparenze! Il ver.38 dice infatti che tutto continuava ad essere vissuto come se nulla fosse accaduto!
La radicale diversità dalla vicenda che Gesù ricorda e cita, e cioè dell’intenzione punitiva per la quale Dio non rivelava quello che stava per accadere, noi oggi riceviamo il dono della sua Parola che annuncia la sua opera di salvezza!
Per questo, diventa ancora più severa l’esigenza per noi di accogliere e di vivere già pienamente quello che Gesù ci annuncia e ci dona!
Diversamente da quelli che “non si accorsero di nulla finchè venne il diluvio” (ver.39), noi abbiamo ricevuto l’annuncio della “venuta del Figlio dell’uomo” e siamo stati fatti partecipi di tale evento!
E dunque per noi tutto è diventato nuovo!
Avverto un legame tra l’antico diluvio universale e l’acqua del nostro battesimo che ci ha immersi nella morte del Signore e nella sua risurrezione!
Per questo i vers.40-41 si staccano dalla “universalità” del diluvio universale ed annunciano il giudizio di salvezza per coloro che custodiranno la grazia e la potenza del loro Battesimo. Per questo dunque, dobbiamo “vegliare” (vers.42-43)!!
Infatti noi siamo consapevoli della salvezza che la Pasqua di morte e risurrezione del Signore Gesù ci ha donato, facendo nuova la nostra vita: non siamo più “figli di Adamo”, ma siamo “figli di Dio”!
Noi siamo chiamati a “vegliare”: ma non si tratta di un’ “attesa” di Chi non c’è!
Noi vegliamo nella preghiera e nella carità e questo ci tiene affacciati e già partecipi del dono della sua presenza!
Quando preghiamo, e quando celebriamo nella Parola di Dio e nella Divina Liturgia la presenza del Signore Gesù, noi vegliamo!
Si potrebbe dire che siamo sull’arca di Noè nella pienezza del suo compimento nell’evento di Gesù!
Per questo possiamo far nostra la risposta che a Santa Teresa di Gesù Bambino morente poneva una sua consorella non troppo delicata: “Non hai paura?” “No, lo aspetto!”.
Dio ti benedica. E tu benedicimi. Tuo. Giovanni.