29 Subito dopo la tribolazione di quei giorni, il sole si oscurerà, la luna non darà più la sua luce, le stelle cadranno dal cielo le potenze dei cieli saranno sconvolte.
30 Allora comparirà in cielo il segno del Figlio dell’uomo e allora si batteranno il petto tutte le tribù della terra, e vedranno il Figlio dell’uomo venire sulle nubi del cielo con grande potenza e gloria. 31 Egli manderà i suoi angeli, con una grande tromba, ed essi raduneranno i suoi eletti dai quattro venti, da un estremo all’altro dei cieli.
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Propongo una lettura positiva e di gioia per il ver.29. Sole, luna, stelle e potenze dei cieli mi sembra siano tutti “segni”, segni che si ritirano quando viene Colui che dai segni è annunciato. E lasciano il posto ad un nuovo “segno” : “il segno del Figlio dell’uomo” che è la sua Pasqua di croce e di gloria.
Perché davanti a questo segno “si batteranno il petto tutte le tribù della terra”? Perché davanti al sacrificio d’amore del Figlio di Dio l’umanità riconosce e confessa la sua lontananza e ora il suo pentimento e il suo bisogno di essere salvata. Allora “vedranno il Figlio dell’uomo venire sulle nubi del cielo cin grande potenza e gloria” (ver.30).
Quando sarà tutto questo? La risposta, mi sembra, è: “adesso!”. Il Vangelo di Gesù è la buona notizia della sua venuta e della sua presenza tra noi. Oggi. Certo, è lo sguardo della fede, e non ancora quello che vediamo con i nostri occhi. Ma, invece, è anche la nostra esperienza! La misericordia, il perdono, la comunione d’amore, il privilegio dei piccoli e dei poveri, la Pasqua come paradigma profondo di ogni esistenza umana…..Tutto questo è “già” quel giudizio di morte e risurrezione, è già quella salvezza che Dio dona in Gesù e che l’umanità accoglie.
Il ver.31, la grande convocazione degli eletti, è quello che celebriamo fin d’ora nella piccola assemblea che ogni giorno celebra la morte del Signore nell’attesa del suo ritorno.
Dio ti benedica. E tu benedicimi. Tuo. Giovanni.
Il versetto 30 è in Matteo molto ricco. Ha rispetto ai sinottici due particolari propri, molto belli.
Si parla di SEGNO del Figlio dell’uomo che appare in Cielo. E si associa alla profezia di Daniele dell’uomo che viene sulle nubi del Cielo (Dn 7,13) quella di Zaccaria delle tribù della terra che si battono il petto (Zc 12, 10-14).
Entrambe queste due singolarità del Vangelo di Matteo mi hanno portato a testi dell’Apocalisse.
La profezia di Daniele e quella di Zaccaria sono accostate anche in Ap 1,7: “Ecco, viene con le nubi e ogni occhio lo vedrà , anche quelli che lo trafissero , e per lui tutte le tribù della terra si batteranno il petto. Sì, Amen!”. Qui Giovanni, riprendendo Zaccaria, aggiunge qualcosa di questo personaggio della profezia per cui ci si batte il petto: è un trafitto. Immagine, questa che, per Giovanni, richiama la croce (Gv 19,37).
Il segno nel cielo mi ha ricordato invece Apocalisse 12: il grande segno in cielo della donna incinta.
La croce e il parto, due immagini bellissime che dicono il dono d’amore. Immagini bellissime per dire la venuta del Signore.
Il sole, la luna e le stelle – nota un commento – erano adorati, venerati come divinità nei popoli antichi; la loro caduta indicherebbe quindi il crollo di ogni idolo e il venir meni di ogni idolatria. (E anche le nostre piccole idolatrie possono ormai scomparire). Secondo altri, quegli astri rappresenterebbero i grandi imperi della storia, basati sulla potenza, sulla violenza e la sopraffazione: anch’essi cedono il posto a qualcosa di più forte, giusto e santo. E’ il Figlio dell’uomo che viene con grande potenza e gloria. Il trionfo del regno di Dio avviene attraverso un uomo, poiché è nell’uomo, nell’umano, che Dio ha voluto essere presente e manifestarsi. Il Figlio dell’uomo non viene a giudicare, a condannare…, ma a radunarci, a condurre all’unità i popoli.