13 Allora gli furono portati dei bambini perché imponesse loro le mani e pregasse; ma i discepoli li rimproverarono. 14 Gesù però disse: «Lasciateli, non impedite che i bambini vengano a me; a chi è come loro, infatti, appartiene il regno dei cieli». 15 E, dopo avere imposto loro le mani, andò via di là.
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I bambini ricompaiono nella memoria evangelica per confermare e rafforzare il primato di questa “minorità” che caratterizza la concezione della fede e della vita secondo Dio nell’ebraismo!
E’ quella “povertà” che esprime la realtà profonda del nostro rapporto con Dio! Egli è la nostra salvezza!
Non siamo noi a “crescere” verso di Lui, ma è Lui che scende verso di noi! E viene a salvarci!
Tale è dunque la suprema “profezia” del Cristo, di questo Figlio di Dio che si fa carne ed entra, e visita e salva la condizione umana scendendo fino alla Croce! I bambini sono il segno della piccolezza nella quale Dio entra per salvarci!
La Croce è la suprema rivelazione e la gloria divina che rivela e dona tutta la presenza e la potenza dell’Amore!
La richiesta a Gesù perché imponga le mani sui bambini e preghi per loro – ma anche, penso – “con loro”! – conferma dunque quello che il Signore in questi giorni ci rivela della relazione tra l’uomo e la donna: il bisogno di essere salvati! Il dono della salvezza!
Come l’uomo non può ripudiare la donna che ha sposata, così Dio non respinge il suo popolo, ma lo ama fino al sacrificio supremo!
Questo sacrificio d’amore è quello che rivela Gesù come il Figlio di Dio che compie la volontà del Padre e lo rivela e lo comunica come dono e presenza dell’Amore divino per l’umanità! Per tutta la creazione e per tutta la storia!
Dio ti benedica. E tu benedicimi. Tuo. Giovanni.
Questa Parola ci conferma quanto sia importante che le nostre liturgie siano accoglienti per i bambini, e direi anche per i ragazzi. Ci è chiesto un ripensamento coraggioso perché non sembra scontato che questa accoglienza sia condivisa da tutti
Dopo la vilipesa categoria degli eunuchi (cui Gesù garantisce piena fecondità nel Regno di Dio), ora la categoria dei bambini: gli ultimi nella scala sociale del tempo, senza importanza, senza diritti… Ebbene, a questi “ultimi”, a questi “piccoli” e a quelli che sono come loro – dice Gesù – appartiene il Regno! Bello il gesto finale: Gesù impone loro le sue mani: è la comunicazione di energia, la trasmissione della sua forza vitale.