10 Gli dissero i suoi discepoli: «Se questa è la situazione dell’uomo rispetto alla donna, non conviene sposarsi». 11 Egli rispose loro: «Non tutti capiscono questa parola, ma solo coloro ai quali è stato concesso. 12 Infatti vi sono eunuchi che sono nati così dal grembo della madre, e ve ne sono altri che sono stati resi tali dagli uomini, e ve ne sono altri ancora che si sono resi tali per il regno dei cieli. Chi può capire, capisca».
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Anche oggi ci è data una parola di Gesù che scompiglia tutto. Per rendercene conto, dobbiamo chiederci qual era la condizione degli eunuchi. Potevano sposarsi, ma erano condannati alla sterilità. Non poter aver figli, nella cultura antica, era un fatto disonorevole, fonte di disprezzo e di emarginazione. Aver figli era considerato un obbligo, come dichiarato nella Genesi, ed era anche il modo per la sopravvivenza dopo la morte: per questo il primo figlio maschio portava lo stesso nome del padre. Agli eunuchi, a Gerusalemme, non era consentito nemmeno l’accesso al tempio! Ebbene, a questa categoria di disprezzati, di esclusi, Gesù apre le porte del Regno di Dio e ne fa degli operai al lavoro nel Regno. Non c’è più obbligo di sposarsi o di aver figli, non c’è più sterilità umiliante nella comunità dei discepoli di Gesù: tutti ugualmente oggetto dell’amore di Dio e chiamati a operare nella sua vigna.
E’ interessante che questa reazione “critica” alla Parola di Gesù riguardi la parte maschile e sia portata da maschi, e cioè da chi è tradizionalmente la parte “forte” nel rapporto tra l’uomo e la donna!
I discepoli hanno inteso che l’insegnamento ora dato dal Signore richiede una certa “minorità” che istintivamente e culturalmente la parte maschile teme e rifiuta!
Da qui l’osservazione sulla “non convenienza” del matrimonio per la parte maschile! (ver.10).
Ma Gesù ribatte che la comprensione di quello che Egli ha detto non può essere che “dono”: possono capire solo coloro ai quali viene appunto concesso! (ver.11).
La sorprendente “conferma” che Gesù dà, è talmente esplicita e forte, da essere quasi violenta!
Questo nulla toglie alla bellezza del dono di Dio!
Dono che viene tuttavia descritto con il linguaggio della condizione dell’eunuco!
Ma questo ancora accresce la bellezza dell’argomento, perché Gesù sta parlando di chi vivendo il mistero nuziale del matrimonio, lo fa a partire da una consegna radicale di sé, che Gesù esprime come la condizione di coloro che “si sono resi” eunuchi per il regno dei cieli.
Grande è lo stupore e il fascino di questa Parola, che in certo senso intreccia e congiunge la condizione delle nozze cristiane a quella di chi è stato chiamato alla verginità!
In tal modo, Gesù qualifica implicitamente come “nuziale” anche la via e la condizione della verginità consacrata!
E certamente attribuisce una fisionomia e una sostanza di consacrazione a Dio per coloro che accolgono in tal modo la condizione matrimoniale!
Spero di non avervi creato troppa confusione. Se mai, mandatemi due righe di protesta e di richiesta di chiarimenti!
Dio ti benedica. E tu benedicimi. Tuo. Giovanni.