13 Avendo udito questo, Gesù partì di là su una barca e si ritirò in un luogo deserto, in disparte. Ma le folle, avendolo saputo, lo seguirono a piedi dalle città. 14 Sceso dalla barca, egli vide una grande folla, sentì compassione per loro e guarì i loro malati.
15 Sul far della sera, gli si avvicinarono i discepoli e gli dissero: «Il luogo è deserto ed è ormai tardi; congeda la folla perché vada nei villaggi a comprarsi da mangiare». 16 Ma Gesù disse loro: «Non occorre che vadano; voi stessi date loro da mangiare». 17 Gli risposero: «Qui non abbiamo altro che cinque pani e due pesci!». 18 Ed egli disse: «Portatemeli qui». 19 E, dopo aver ordinato alla folla di sedersi sull’erba, prese i cinque pani e i due pesci, alzò gli occhi al cielo, recitò la benedizione, spezzò i pani e li diede ai discepoli, e i discepoli alla folla. 20 Tutti mangiarono a sazietà, e portarono via i pezzi avanzati: dodici ceste piene. 21 Quelli che avevano mangiato erano circa cinquemila uomini, senza contare le donne e i bambini.
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Mi affascinano queste folle – e mi piace starci in mezzo! – che “inseguono” il Signore con la loro povertà! Se dovessi inseguirlo con i meriti, sarei fritto! Per questo, mi permetto di commentare l’inizio del nostro brano con una punta maliziosa: ormai abbiamo trovato il modo per “sedurre” Gesù verso di noi! E’ bellissimo pensare che se certamente tutto può accadere perché Lui è venuto a salvarci, anche noi abbiamo capito come in certo senso “precederlo” con il nostro urgente bisogno di essere salvati.
Non stanchiamoci di ammirare questo nostro Signore che, appena ci vede, sente compassione per noi e guarisce la nostre malattie. Così ascoltiamo ai vers.13-14.
Vi ricordo che Matteo, come Marco, ci lascia due racconti dei miracoli dei pani. Tra le alcune differenze dei due racconti, a me sembra di rilievo che, mentre nel successivo miracolo in Mt.15,32, Gesù dice ai discepoli l’urgente necessità del miracolo, perchè ci si trova in un luogo senza risorse, qui i discepoli chiedono al Signore di congedare la gente “perché vada nei villaggi a comprarsi da mangiare”. E qui Lui reagisce rispondendo: “Non occorre che vadano; voi stessi date loro da mangiare” (ver.16). E’ una sfida affascinante a loro che ribattono: “Qui non abbiamo altro che cinque pani e due pesci!”. Da cinquant’anni sto inutilmente ripetendo che è un errore e un dispiacere chiamare questo miracolo (raccontato sei volte nei quattro Vangeli!) “la moltiplicazione dei pani”, perché mai di questa ”moltiplicazione” narrano le sei versioni evangeliche! Quindi anche voi avrete sentito questo mio lamento almeno trecento volte! Per me è importantissimo, anche perché ricordo volentieri la reazione di Ivan Illic che ricorda come il problema non sia che siamo in troppi con pochi pani, ma che abbiamo dimenticato come si fa a spezzare il pane: con il risultato che da una parte del mondo il pane avanza e va a male, e bisogna fare la dieta, mentre dall’altra parte del mondo non c’è pane da mangiare! E noi discepoli, già riceviamo da Lui questo pane spezzato (ver.19) da dare a tutti! A tutti quelli che hanno fame!
Ma dunque, perché questo miracolo, se non era necessario, dati i villaggi con le loro botteghe? Vedremo nel secondo racconto che non sempre ci sono intorno villaggi e botteghe. Ma soprattutto vediamo che questo Pane è preziosissimo perché né ce lo meritiamo, né possiamo procurarcelo da soli. Ed è così perché è il Segno di Lui, Pane della vita, Pane della Salvezza, Cibo del cielo, mensa dei figli di Dio, pasto dei peccatori perdonati, tavola della fraternità universale convocata alla Mensa del Padre. Sacrificio d’amore che nutre e salva l’umanità. Preannunzio del banchetto eterno.
Dio ti benedica. E tu benedicimi. Tuo. Giovanni.