1 In quel tempo al tetrarca Erode giunse notizia della fama di Gesù. 2 Egli disse ai suoi cortigiani: «Costui è Giovanni il Battista. È risorto dai morti e per questo ha il potere di fare prodigi!». 3 Erode infatti aveva arrestato Giovanni e lo aveva fatto incatenare e gettare in prigione a causa di Erodìade, moglie di suo fratello Filippo. 4 Giovanni infatti gli diceva: «Non ti è lecito tenerla con te!». 5 Erode, benché volesse farlo morire, ebbe paura della folla perché lo considerava un profeta. 6 Quando fu il compleanno di Erode, la figlia di Erodìade danzò in pubblico e piacque tanto a Erode 7 che egli le promise con giuramento di darle quello che avesse chiesto. 8 Ella, istigata da sua madre, disse: «Dammi qui, su un vassoio, la testa di Giovanni il Battista». 9 Il re si rattristò, ma a motivo del giuramento e dei commensali ordinò che le venisse data 10 e mandò a decapitare Giovanni nella prigione. 11 La sua testa venne portata su un vassoio, fu data alla fanciulla e lei la portò a sua madre. 12 I suoi discepoli si presentarono a prendere il cadavere, lo seppellirono e andarono a informare Gesù.
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E’ interessante, tra l’ultimo brano del cap.13, e questo primo del cap.14, il “gioco” tra la profezia e il suo adempimento: alla fine di Mt.13 Gesù si collega alla tradizione profetica con quel suo “un profeta non è disprezzato se non nella sua patria e in casa sua”, e oggi Erode ritiene la persona e l’opera di Gesù come “risurrezione” del Battista, il grande supremo profeta che egli ha fatto uccidere! Ma in questo modo Matteo (come Marco 6,17-29) introduce la missione di Gesù, che culminerà con la sua Pasqua, con la testimonianza profetica di Giovanni!
Nel nostro brano è evidente e drammatico il confronto tra il martirio del Battista e il “mondo”, le cui “ragioni” e “regole” prima lo gettano in prigione e poi lo uccidono. E’ importante anche la “debolezza” e la “fragilità” di tale potere mondano, che oggi prima seduce e poi costringe Erode a fare quello che non vorrebbe, come vedremo nel cedimento alla piazza da parte di Pilato nei confronti di Gesù!
L’arresto e la morte di Giovanni sono il giudizio profetico nei confronti del potere sia come arbitrio del piacere carnale, sia come inevitabile sua debolezza davanti alle “regole” non della giustizia ma del potere. In tutto questo è impressionante e di grande rilievo l’assoluto “silenzio” di Giovanni che in questo modo “grida” la sua testimonianza del Signore, vittima di salvezza per tutta l’umanità.
Dio ti benedica. E tu benedicimi. Tuo. Giovanni.