1 In quel tempo Gesù passò, in giorno di sabato, fra campi di grano e i suoi discepoli ebbero fame e cominciarono a cogliere delle spighe e a mangiarle. 2 Vedendo ciò, i farisei gli dissero: «Ecco, i tuoi discepoli stanno facendo quello che non è lecito fare di sabato». 3 Ma egli rispose loro: «Non avete letto quello che fece Davide, quando lui e i suoi compagni ebbero fame? 4 Egli entrò nella casa di Dio e mangiarono i pani dell’offerta, che né a lui né ai suoi compagni era lecito mangiare, ma ai soli sacerdoti. 5 O non avete letto nella Legge che nei giorni di sabato i sacerdoti nel tempio vìolano il sabato e tuttavia sono senza colpa? 6 Ora io vi dico che qui vi è uno più grande del tempio. 7 Se aveste compreso che cosa significhi: Misericordia io voglio e non sacrifici, non avreste condannato persone senza colpa. 8 Perché il Figlio dell’uomo è signore del sabato».
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Ho sempre più riserve nei confronti dei legalisti e dei moralisti, perché, prigionieri del letteralismo della norma, non vi colgono il significato profondo che è quello del dono di Dio. Oggi proviamo ad accogliere questa Parola di Dio nella bellezza e nella potenza di quello che Gesù dice al ver.8: “Il Figlio dell’uomo è signore del sabato”, che non è una rivendicazione autoritaria ma è il senso e lo scopo di ogni norma: essere l’orizzonte e la via dell’amore di Dio.
Si potrebbe dunque dire che in giorno di sabato non si può fare un lavoro nei campi, ma si deve raccogliere in essi il dono del Signore.
Così, Davide e i suoi compagni hanno ricevuto dall’amore del Signore i “pani dell’offerta” che hanno saziato la loro fame (vers.3-4). Così nei giorni di sabato i sacerdoti non violano il sabato, ma lo celebrano perché tutti possano lodare il Signore e la sua opera di salvezza (ver.5).
Tutto questo ora si compie e risplende, perché “qui vi è uno più grande del tempio” (ver.6). Se i sacrifici non vengono celebrati come eventi della misericordia di Dio, perdono tutto il motivo della loro esistenza! Questo è il vero significato della meravigliosa affermazione di Osea 6,6: “Misericordia io voglio e non sacrifici (alla lettera, “sacrificio”)”.
La “signoria” di Gesù, il Figlio dell’uomo, sul sabato, ormai pienamente illumina il significato di tutta la legge. La legge è ormai sempre sostanza e potenza della misericordia divina. Oggi può essere occasione per pregare per i lavori del grande Sinodo convocato da Papa Francesco.
Dio ti benedica. E tu benedicimi. Tuo. Giovanni.