25 In quel tempo Gesù disse: «Ti rendo lode, Padre, Signore del cielo e della terra, perché hai nascosto queste cose ai sapienti e ai dotti e le hai rivelate ai piccoli. 26 Sì, o Padre, perché così hai deciso nella tua benevolenza. 27 Tutto è stato dato a me dal Padre mio; nessuno conosce il Figlio se non il Padre, e nessuno conosce il Padre se non il Figlio e colui al quale il Figlio vorrà rivelarlo.
28 Venite a me, voi tutti che siete stanchi e oppressi, e io vi darò ristoro. 29 Prendete il mio giogo sopra di voi e imparate da me, che sono mite e umile di cuore, e troverete ristoro per la vostra vita. 30 Il mio giogo infatti è dolce e il mio peso leggero.
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Il nostro brano ha un parallelo quasi del tutto identico in Luca 10,21-22. E ha una conclusione nei vers.28-30 che è solo sua. Qualcuno, e anch’io, ritiene e custodisce la Parola che oggi riceviamo dalla bontà del Signore come la vetta e l’apice della dottrina sapienziale del Vangelo secondo Matteo.
Notiamo innanzi tutto, al ver.25, il tema dell’elezione divina. Del primo Popolo di Dio facevano parte i figli di Israele. Del nuovo Popolo di Dio, raccolto da Israele e da tutte le genti del mondo fanno parte “i piccoli”! Ne sono fuori “i sapienti e i dotti”! La Chiesa è una chiesa di tutti piccoli. Come piace a Papa Francesco, è una Chiesa povera e di poveri! Il ver.28 conferma questo con un termine raro nel Nuovo Testamento (Matteo lo usa solo qui), reso in italiano con “benevolenza”; mi sembra che in sostanza voglia dire che l’agire divino è generato, condotto e finalizzato dal suo Amore! Dunque è per amore che Dio ha fatto questa scelta: la scelta dei “piccoli”. La fede è infatti l’esperienza e la conoscenza dell’amore di Dio. La fede è la relazione con il Dio dell’Amore. La fede è la nostra storia di salvezza, salvezza che è l’esperienza profonda dell’amore di Dio. E’ il nostro radicale coinvolgimento nell’Amore di Dio. Se avete tempo, oggi può essere molto bello riascoltare 1Corinti 13!
La fonte e il paradigma di tutto questo è, secondo il ver.27, la relazione-comunione tra il Padre e il Figlio. Gesù è venuto a regalare all’umanità questa relazione! Noi siamo coinvolti nella dichiarazione di Gesù che parla a noi e di noi come quelli ai quali “il Figlio vorrà rivelarlo”. Gesù è certamente “il più piccolo” dei piccoli che sono la Chiesa di Dio!
Si rivolge, al ver.28 a coloro che nella loro piccolezza sono “stanchi e oppressi”, e li invita ad andare a Lui per trovarvi “ristoro”! Due indicazioni fondamentali Egli dà loro. La prima è un invito: “Prendete il mio giogo sopra di voi” (ver.29). Si tratta di cogliere e accogliere quello per cui sono “stanchi e oppressi” riconoscendo in esso “il giogo” del Signore. Mi sembra che l’interpretazione più semplice sia quella che ci dice della sua Croce! Portiamo le nostre prove come la sua Croce! La seconda indicazione è: “imparate da me che sono mite e umile di cuore”: dunque, come suoi discepoli, impariamo da Gesù ad essere miti e umili! Grande sarà il bene che riceveremo: “Il mio giogo infatti è dolce, e il mio peso leggero” (ver.30). Voi che avete molta più fede di me, e che siete miti e umili, molto prima e molto più di me sarete consolati e rallegrati!
Dio ti benedica. E tu benedicimi. Tuo. Giovanni.