16 A chi posso paragonare questa generazione? È simile a bambini che stanno seduti in piazza e, rivolti ai compagni, gridano: 17 “Vi abbiamo suonato il flauto e non avete ballato, abbiamo cantato un lamento e non vi siete battuti il petto!”.
18 È venuto Giovanni, che non mangia e non beve, e dicono: “È indemoniato”. 19 È venuto il Figlio dell’uomo, che mangia e beve, e dicono: “Ecco, è un mangione e un beone, un amico di pubblicani e di peccatori”. Ma la sapienza è stata riconosciuta giusta per le opere che essa compie».
Matteo 11,16-19

Confesso di non riuscire ad allontanare del tutto il pensiero di una certa affettuosità, mista a compassione, per quella gente che siamo noi, paragonati a bambini che cantano e si cantano in piazza la loro fragilità e i loro sbagli. Sbagli che non sono piccoli, e che emergono con evidenza quando Gesù dice il suo rimprovero e la gravità del nostro comportamento e della nostra mancanza di sapienza! Tuttavia non mi pare si possa escludere anche il senso e il segno della sua compassione per le nostre povertà!
Il rimprovero verso di noi dice tutta la nostra incapacità a cogliere i segni e la sostanza del mistero di Dio, e dei suoi tempi e dei suoi modi! Non siamo capaci di accogliere la verità, il rigore e la potenza dell’antica economia donata e affidata ai padri ebrei, di cui Giovanni Battista è suprema testimonianza. E non siamo capaci di accogliere l’annuncio e la festa della gioia nuziale per la fine del tempo dell’attesa e per la festa nuziale dell’incontro supremo tra Dio e l’umanità nella Persona e nella Pasqua del Signore Gesù!
Non siamo capaci, e non vogliamo (!) celebrare con il Battista la conversione e l’austera penitenza della preparazione e dell’attesa del Messia del Signore. Non siamo capaci, e non vogliamo (!) entrare nella grande festa della comunione d’amore tra Dio e l’umanità nel Vangelo di Gesù! E il grave è che respingiamo entrambi i doni con la pretesa delle nostre presunte fedeltà religiose! L’austera penitenza del Battista diventa, nel nostro assurdo giudizio, evento demoniaco! La festa gioiosa del Cristo e delle sue nozze con tutti noi diventano accusa di abbandono dell’austerità della legge e di peccaminosa e viziosa festosità! Non siamo capaci, né di piangere, né di danzare! Questo mi sembra del tutto attuale, ovviamente, anche per noi oggi! Ammonizione e severo avvertimento per la comunità credente di oggi! E per me, e per ciascuno di noi! Esclusi quelli bravi, se ci sono.
Dio ti benedica. E tu benedicimi. Tuo. Giovanni
Chissà se Gesù ha vissuto lui stesso, da bambino, quello che l’immagine ci descrive: dei bambini che, nella piazzetta del paese, giocano insieme, ma poi litigano perché un gruppo rifiuta le proposte di gioco dell’altro. – Non mi soffermo su questo ma solo sulle parole dei “critici” di Giovanni Battista e di Gesù: dicono di lui che è “…un amico di pubblicani e di peccatori”. Il nostro amato Signore, Figlio dell’uomo e Figlio di Dio, si è messo a tavola con noi, ha condiviso tutto con noi…; se poi noi ci collochiamo nella categoria dei peccatori, dei deboli, di coloro che rischiano l’esclusione…, allora è matematicamente certa la vicinanza del Signore, la sua condivisione con la nostra vita, il suo soccorso.