16 Ecco: io vi mando come pecore in mezzo a lupi; siate dunque prudenti come i serpenti e semplici come le colombe. 17 Guardatevi dagli uomini, perché vi consegneranno ai tribunali e vi flagelleranno nelle loro sinagoghe; 18 e sarete condotti davanti a governatori e re per causa mia, per dare testimonianza a loro e ai pagani. 19 Ma, quando vi consegneranno, non preoccupatevi di come o di che cosa direte, perché vi sarà dato in quell’ora ciò che dovrete dire: 20 infatti non siete voi a parlare, ma è lo Spirito del Padre vostro che parla in voi.
21 Il fratello farà morire il fratello e il padre il figlio, e i figli si alzeranno ad accusare i genitori e li uccideranno. 22 Sarete odiati da tutti a causa del mio nome. Ma chi avrà perseverato fino alla fine sarà salvato. 23 Quando sarete perseguitati in una città, fuggite in un’altra; in verità io vi dico: non avrete finito di percorrere le città d’Israele, prima che venga il Figlio dell’uomo.
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Il ver.16 ci introduce in modo severo nella Parola che oggi riceviamo dalla bontà di Dio: “pecore in mezzo ai lupi” dice l’inevitabile mirabile “debolezza” del Cristo nelle violenze e nelle asprezze del mondo. Essere “semplici” come colombe è presente due volte nelle Lettere di Paolo per dire immuni dal male e innocenti. Dunque, la mondanità sarà aggressiva nei confronti dei figli di Dio perché non accetterà il volto nuovo che Gesù porta alle relazioni umane, tutte radicalmente rinnovate dalla paternità di Dio verso tutta l’umanità, e quindi dalla fraternità che scaturisce dal mistero di Dio Padre.
Sembra dunque di cogliere, ai vers.17-20, l’annuncio delle ostilità che i cristiani devono subire dalle logiche del mondo, se sono fedeli al dono della loro fede e della vita nuova in Cristo. D’altra parte, questa persecuzione è preziosa occasione di testimonianza, e il cristiano deve vincere la sua preoccupazione con la serena certezza che il Signore gli dona: “Non siete voi a parlare, ma è lo Spirito del Padre vostro che parla in voi”.
L’apice di questa difficile e dolorosa vicenda riguarda proprio le relazioni più intime e profonde, visitate e illuminate dalla fede di Gesù, ma quindi chiamate ad una radicale conversione. Perché, ad esempio, “il fratello farà morire il fratello” (ver.21)?. Perché la loro fraternità dovrà essere compresa e vissuta in una fraternità universale, che solo il credente può accettare: con i poveri, gli stranieri, i peccatori, i nemici…! Perché “i figli si alzeranno ad accusare i genitori e li uccideranno”? perché non potranno sopportare che i genitori sentano verso tutti gli altri il vincolo che ad essi li lega l’essere “genitori”. E così via! Proprio la meraviglia di questo universale legame d’amore con tutta l’umanità, inevitabilmente causerà grandi difficoltà e fatiche. Prove della vita che appunto i credenti dovranno vivere e celebrare come “pecore in mezzo ai lupi”. Con la mitezza del Cristo del Signore.
Dio ti benedica. E tu benedicimi. Tuo. Giovanni.