11 In qualunque città o villaggio entriate, domandate chi là sia degno e rimanetevi finché non sarete partiti. 12 Entrando nella casa, rivolgetele il saluto. 13 Se quella casa ne è degna, la vostra pace scenda su di essa; ma se non ne è degna, la vostra pace ritorni a voi. 14 Se qualcuno poi non vi accoglie e non dà ascolto alle vostre parole, uscite da quella casa o da quella città e scuotete la polvere dei vostri piedi. 15 In verità io vi dico: nel giorno del giudizio la terra di Sòdoma e Gomorra sarà trattata meno duramente di quella città.
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Oggi il Signore ci convoca intorno ad una parola, ad un attributo e ad un verbo che dice l’ “essere degni”. E’ un passaggio delicato della nostra conoscenza del Vangelo di Gesù. Infatti il suo significato si potrebbe pensare come opposto a quello che noi normalmente consideriamo. E’ un esempio di questo la proposta di traduzione che ieri abbiamo incontrato all’ultimo versetto del brano, “chi lavora ha diritto al suo nutrimento”, dove quell’ “aver diritto” era appunto il nostro termine “essere degno”. Dunque, nel nostro linguaggio consueto, uno che “è degno”, è uno che “è a posto”. Ma quando uno è a posto, può pensare di “non aver bisogno” di niente!
Invece, se si considera attentamente il nostro brano, si può cogliere il senso profondo di questo “essere degni” quando al ver.14 si dice di uno che non è degno perché “non vi accoglie e non dà ascolto alle vostre parole”. Ma dunque, chi è degno? E quale casa è degna? (vers.12-13). E’ degno chi ha bisogno di essere salvato! Chi dice quindi “Vieni a salvarmi”. Ne è degna una casa che vuole e cerca e chiede la pace!
Genesi 19 racconta la tristi vicende di Sodoma e Gomorra che qui Gesù ricorda al ver.15. E Lui stesso dice che, malgrado i suoi misfatti, “la terra di Sodoma e Gomorra sarà trattata meno duramente di quella città” che non ha accolto il Vangelo e i suoi annunciatori. Infatti Sodoma e Gomorra sono la memoria e il segno del bisogno che tutti abbiamo di essere visitati e salvati dal Vangelo di Gesù. Poveri peccatori, lo accogliamo e lo ascoltiamo.
Dio ti benedica. E tu benedicimi. Tuo. Giovanni.